di Cristina T. Chiochia

L’Europa riscopre la promozione dell’innovazione artistica attraverso la collezione Thannhauser

Dal 17 ottobre al 1° marzo 2020, Palazzo Reale nella città italiana di Milano, diventa per la seconda volta in pochi anni, il cuore di una mostra dal gusto spiccatamente americano ma profondamente europea con una bella mostra dal titolo “Guggenheim. La collezione Thannhauser, da van Gogh a Picasso” e diventa, dopo Lisbona e la Francia, una nuova tappa europea di questa mostra in tour europeo. In Svizzera, Justin Thannhauser è molto noto, avendo aperto già nel 1920 a Lucerna la sua galleria con il cugino Sigfried Rosengart, quello stesso la cui sorella diede vita al Museo della Fondazione Rosengart e deciso a passare la sua vecchiaia morendo nel 1976 a Gstaad, nel canton Berna, meno in Italia. E questa mostra offre un buon esempio di innovazione e promozione artistica attraverso il collezionismo.

Il Comune italiano, nella sua sede espositiva infatti di Palazzo Reale, grazie al lavoro del suo Assessorato alla Cultura nella persona di Filippo Del Corno e la collaborazione con Mondomostre Skira (che ne cura anche il bel catalogo) il Guggenheim (Megan Fontanella , conservatrice di arte moderna ne è infatti la curatrice) e lo sponsor Natixis, ospita una collezione, quella Thannhauser del Guggenheim museum di New York che va ben oltre i grandi capolavori, oltre 50 , che possiede.

La collezione infatti è un percorso emozionale tra maestri ed avanguardie dei primi del novecento con un gusto tipicamente personale dato appunto dal fatto di essere tutti della collezione Thannhauser ma che è visitabile solo in America.

Picasso. Donna dai capelli gialli

solo quindi per l’eco dei noti nomi dei pittori presenti (Henri Rousseau, Paul Cézanne, Picasso, Pierre-Auguste Renoir, Edgar Degas,Paul Gauguin, Edouard Manet, Claude Monet, Vincent van Gogh)  ma anche, come ben sottolinea il catalogo della mostra, la storia della collezione che arriva in Europa per la prima volta (ed in un grande tour europeo) ma esprimendo una view americana.

Dopo il Portogallo e la Francia, ora ecco la tappa italiana a Milano al fine di comprendere non solo la motivazione che rese la collezione possibile  (dagli anni in cui Heinrich Thannhauser la creò insieme alla moglie Hilde ed al figlio Justin che fu uno dei galleristi protagonisti più noti a quel tempo in Europa) ma anche come essa divenne profondamente americana grazie alla donazione al Guggenheim negli anni ’60 e l’esposizione divenne quindi permanente, da allora , nel museo di New York.

Un vero e proprio percorso emozionale che si snoda al primo piano di Palazzo Reale amplificando la forza espressiva dei capolavori presenti con un allestimento essenziale in cui il visitatore, grazie all’uso sapiente della illuminazione può godere appieno di colori, sguardi, forme espressive. Una grande opportunità insomma per comprendere la storia dell’arte Europea vista da una prospettiva nuova ovvero il gusto dei suoi contemporanei che la compravano nelle gallerie più note, attraversando in questo modo, tutto il ventesimo secolo, con gli occhi di un collezionista attento. Inoltre, come ha ben sottolineato l’assessore alla cultura milanese: “in questa mostra si intrecciano una grande storia di collezionismo che ha attraversato tutto il ventesimo secolo, la volontà di un importante museo di New York che offre a Milano l’opportunità di ammirare i suoi capolavori senza attraversare l’oceano”.

Renoir. Donna con pappagallino

I colori di Gauguin che divengono esortazione a chi guarda, la donna ritratta con il vestito a righe di Manet che dialoga con altri capolavori al femminile, Rousseau che offre i suoi giocatori di rugby come dettaglio di una società oramai lontana. Il bellissimo di Van Gogh che porta il movimento delle nuvole nei colori e viceversa. La luce dei bronzi di Degas e l’atmosfera visionaria impressionista di Monet. Ecco alcuni dei capolavori in mostra di cui, volutamente, non si danno ulteriori specifiche se non attraverso le emozioni.

Quelle stesse emozioni che, concludendo, hanno permesso lo sviluppo della collezione anche nella casa newyorchese dei Thannhauser che con il trasferimento diventò salotto culturale per molti artisti di quel periodo e forse  ha fatto la differenza per questi collezionisti, tra l’essere compratori d’arte e estimatori di  così tanti stili pittorici così personali e tanto stimolanti dall’essere attuali ancora oggi, tanto da attraversare secoli di storia al fine di un vero e proprio lascito culturale.

Cristina T. Chiochia