La compagnia irlandese Ryanair è l’ultima compagnia aerea a comunicare il fenomeno delle crepe strutturali riscontrate ultimamente sugli aerei 737 NG (Next Generation) costruiti dalla società americana Boeing.

La Federal Aviation Administration (FAA) aveva emesso a fine settembre un ordine per tutte le compagnie aeree di ispezionare i loro aeromobili appartenenti alla famiglia 737 dopo che il produttore aveva avvisato del problema di cracking scoperto mentre effettuava delle modifiche su un aereo usato. La zona dell’aereo in cui sono state trovate le crepe è nota con il nome di Pickle Forks, una grande infrastruttura che rafforza il collegamento della struttura alare con il resto dell’aereo. Ha il compito di gestire lo stress e le forze aerodinamiche che agiscono sulle ali durante il volo. Queste “forcelle” sono state progettate per durare più di 90 mila cicli senza rotture meccaniche. Un ciclo comprende un decollo e un atterraggio. La maggior parte degli aeromobili effettuano circa 1’700 cicli ogni anno.

Il problema delle crepe è sorto su aeromobili con una vita compresa tra i 22 mila e i 30 mila cicli. Un po’ in anticipo rispetto alle prestazioni tecniche diffuse dalla Boeing.

Questo problema non riguarda la famiglia dei 737 MAX, modello progettato per sostituire il 737 NG colpito recentemente da alcuni incidenti causati da sensori difettosi durante il decollo e che dovrebbe tornare a volare alla fine di quest’anno.

Negli ultimi vent’anni sono stati prodotti 7 mila aeromobili 737 NG realizzati in otto varianti per il trasporto passeggeri in servizio presso le compagnie di tutto il mondo. Su 1’000 ispezionati, 50 (il 5%) sono stati trovati con delle crepe nel punto delle forcelle che sostengono le ali. Recentemente, l’australiana Qantas ha affermato di aver rimosso tre 737 per avviarli alla riparazione e la statunitense Southwest Airlines ha identificato due dei suoi 737 con questo problema. La Korean Airlines insieme agli altri suoi vettori coreani ha avuto invece un totale di nove aeromobili con lo stesso problema. La Virgin Australia Airlines e la statunitense United Airlines non hanno riscontrato problemi di cracking nell’intera flotta dei 737 che hanno ispezionato.

Al momento sono tre i 737 messi a terra da Ryanair a causa di queste crepe e hanno tutti più di 15 anni di vita. Due si trovano in California per la riparazione e uno è in deposito presso l’aeroporto di Stansted a Londra. La compagnia con base a Dublino, gestisce in Europa la più grande flotta di questo modello con più di 450 aerei in servizio.

Boeing sostiene che i controlli sono stati incentrati su modelli di 737 più vecchi. Quindi la percentuale di aeromobili con problemi di fessure sulla fusoliera nella zona delle forcelle dovrebbe ridursi man mano che vengono ispezionati i modelli più giovani.

Va sottolineato comunque, come affermato anche da Neil Hansford, presidente della Strategic Aviation Solution, compagnia specializzata in consulenza aeronautica in tutto il mondo, che queste pickle forks non sono l’unica cosa che sostengono le ali di un aeroplano. Anche con le crepe le ali non possono cadere.