Guai per il regista Roman Polanski,  accusato per la quinta volta di violenza sessuale. Si chiama Valentine Monnier e aveva appena 18 anni quando, secondo la sua testimonianza, Polanski l’avrebbe stuprata durante una vacanza sulla neve a Gstaad, in Svizzera.

“Nel 1975 fui violentata da Roman Polanski. Non avevo alcun legame con lui, né personale, né professionale e lo conoscevo appena. Fu di estrema violenza, dopo una discesa in sci, nel suo chalet a Gstaad, in Svizzera. Mi colpì, mi riempì di botte fino a quando non opposi più resistenza, poi mi violentò facendomi subire di tutto. Avevo appena 18 anni” dichiara Monnier in un’intervista a Le Parisien.

Sono passati 44 anni dalla volta in cui la giovane attrice subì la violenza, pertanto il regista non rischia alcun guaio giudiziario, il reato è ormai caduto in prescrizione. Tuttavia alcune conseguenze le dovrà affrontare, a cominciare dallo stop imposto in Francia alla promozione del suo nuovo film che dovrebbe uscire a breve, il cui titolo è proprio “J’accuse”. L’anteprima del film che avrebbe dovuto essere proiettato al cinema Le Champo è saltata a causa delle manifestazioni tenute davanti all’edificio così come è stata annullato anche il dibattito all’attore Louis Garrel in programma dopo la proiezione.

Polanski ha già fatto sapere attraverso un comunicato diffuso dal suo avvocato che contesta “con massima fermezza” ogni accusa e che sta prendendo in considerazione la possibilità di denunciare la donna. Il regista inoltre ha dichiarato che “non parteciperà al tribunale mediatico” così come il suo legale. Numerose anche le proteste per la decisione di non proiettare il film. Molti sono stati coloro che hanno voluto mettere in evidenza la necessità di saper distinguere l’uomo dal regista e l’ingiustizia di punire il pubblico impendendo la visione della pellicola.

Roman Polanski non è nuovo a questo tipo di accuse. Nel 1977 fu condannato negli Stati Uniti per violenza sessuale su una minorenne e in passato altre tre donne hanno sostenuto di aver subito molestie da parte del regista.

L’ex moglie Sharon Tate fu uccisa nel 1969 dalla setta guidata da Charles Manson quando era all’ottavo mese di gravidanza. Attualmente il regista 86enne è sposato con l’attrice Emmanuelle Seigner e vive con lei e i loro due figli in Francia.