I Radicali, membri del PLR ticinese, sono costernati dall’esito della votazione in ballottaggio per il Consiglio agli Stati e la conseguente mancata elezione di Giovanni Merlini. Chiedono le dimissioni dei vertici del PLR.

“L’apporto dei Radicali alla campagna elettorale a sostegno di Merlini è stato garantito e più volte pubblicamente manifestato. Il risultato della votazione è la palese dimostrazione che la dirigenza del PLRT, ritenendo di poter ignorare l’opinione della base del partito ha sacrificato, in modo spregiudicato, una personalità politica di notevole spessore quale Merlini sull’altare di speculazioni, improvvisazioni e alleanze poco approfondite. Inoltre, l’esito della votazione ha portato il PLRT alla perdita dello storico seggio agli Stati”.

“I Radicali chiedono che i membri dell’Ufficio presidenziale del PLRT rassegnino le dimissioni con effetto immediato. Il partito necessita ora di un profondo esame al suo interno e la linea politica a livello cantonale dev’essere rivista. L’azione del PLRT dovrà essere, in futuro, più rispettosa dei propri valori e delle diverse sensibilità che devono essere rappresentate in tutti i gremi del partito. Anche con tutte le altre forze politiche presenti nel panorama ticinese sarà indispensabile tessere delle intese nell’interesse superiore del Paese, che è poi ciò che il PLR, nella sua lunga storia quale partito interclassista, dovrebbe avere sempre come primo obiettivo”.

On. Matteo Quadranti

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Questo è l’essenziale di una nota diffusa dai Radicali (che non abbiamo ricevuto e che riprendiamo da fonti del web).

Per il PLR è una giornata amarissima (dopo i famosi 171 anni). L’aggressiva presa di posizione dei Radicali, ovviamente, sta in piedi fino a un certo punto. La strategia dei Radicali (supponiamola esistente) avrebbe salvato Merlini? Si può legittimamente dubitarne, considerando la debolezza (elettorale) del candidato, giunto quarto in quasi tutte le località.

Certo, la batosta è di quelle che fanno male e una richiesta di dimissioni a Caprara era inevitabile. Non per nulla scrivevamo: “l’elezione dei due “senatori” è importante per sé, ma questa va molto al di là. Potrebbe avere conseguenze gravi”.

La coppia Merlini-Lombardi esprimeva – come noi stessi avevamo scritto – lo Status Quo, uno status quo che il popolo ticinese ha rifiutato. L’ “illuminato” Merlini è stato sconfitto dai bèceri populisti e da un loffio PS dopato a mille dalla piccola Thunberg. Matteo Quadranti, esponente dell’estrema sinistra del Partito, ora vuole la resa dei conti. Legittimo. Ma altri liberali (pensiamo) avrebbero qualcosa da dire.

Un pensiero per gli sconfitti. Lombardi non ha più cariche politiche. Per lui è una brutta tegola, e per il PPD pure. La vecchia volpe sembrava fosse per miracolo salva. Mancavano Bellinzona e Locarno e aveva ancora 700 voti di margine.

Anche Merlini resta a mani vuote. Non ha potuto difendere il suo seggio al Nazionale, forse perché il partito voleva trovare il modo di lanciare Farinelli (ciò che è avvenuto con grande successo). 

Io vorrei scrivere la storia del PLR dal 2007 al 2019. Mi piacerebbe, ma non lo farò.