Il controllo delle opinioni è ormai sfuggito ai poteri forti

17 novembre 2017: giorno del compleanno di nostro figlio Giovanni. Per il canton Ticino giorno delle elezioni di ballottaggio per gli Stati. C’è stato chi a risultati acquisiti ha evocato il terremoto, o lo tsunami. Non mi sorprenderei che qualcuno resuscitasse gli «opposti estremismi». Io ci andrei più cauto.

Fabio Pontiggia, sulla prima pagina del Corriere del Ticino del giorno dopo ha evocato 7 fattori che secondo lui avrebbero contribuito al successo di Marina Carobbio (PS) e di Marco Chiesa (UDC). Per la Carobbio oltre al fattore Rossoverde il fattore Donna. Per Chiesa soprattutto il fattore F (Frontalieri).

Ho mandato una e–mail al buon Fabio: « Caro Direttore, mi sembra si sia dimenticato del fattore I, quello degli incazzati, in continuo, costante aumento. Nel caso nostro in particolare per l’aumento senza sosta dei costi sanitari. Tema sul quale soprattutto la Carobbio mi sembra si sia particolarmente pubblicamente pronunciata».

Ma se una volta erano soprattutto gli economisti che ne azzeccavano una a ogni morte di papa, oggi, anche i giornalisti le cannano quasi sempre. Per non parlare poi di certi sondaggi. Altro che previsioni, che anticipazioni…! Ma perché? Perché il controllo delle opinioni, con l’insorgere dei “social”, è ormai sfuggito ai «poteri forti»: i partiti, la politica, l’economia, la finanza… e soprattutto i mass media.

Per terminare ho ricordato al direttore del CdT: «Altri tempi quelli di una volta, e altre Marine». Al che il buon Pontiggia, che ha pure il senso dell’humor, mi ha prontamente risposto: «Ogni stagione la sua Marina». Pensandoci ora, avrei potuto replicare: «Anche a ogni parrocchia il suo Chiesa».

Orio Galli