Dove il racconto parla di identità culturali 

Spesso si parla delle fiere librarie europee con la visione di appuntamenti oramai imperdibili e con un grande riscontro di pubblico e di operatori del settore oltre che si associazioni e partner nel contesto sociale di riferimento. Grazie al crescente successo negli anni infatti, sempre più città italiane, stanno adottando questa formula dove il lettore insieme all’editore diventa il grande protagonista, non solo nel suo ruolo di consumatore ma anche di punto di riferimento. Non solo editoria specializzata, piccola, media o grande, ma eventi veri e propri, appuntamenti e veri e propri eventi letterari.

Si è partecipato per questo a due differenti eventi. In due differenti città italiane dove le case editrici svizzere non erano presenti con loro pubblicazioni in queste fiere, ma che stanno diventando veri e propri incubatori culturali e solidi punti di riferimento in italia quali poli di promozione culturale con un’ottica di internazionalità pero’ differente dalle nove principali fiereinternazionali a cui la cultura elvetica di solito si focalizza: il Pisa Book Festival di PIsa dal 7 al 10 Novembre 2019 al Palazzo dei Congressi ed il BookcityMilano dal 13 al17 Novembre 2019 come evento “diffuso nell’intera città”.

Si è quindi partecipato in entrambe le fiere a molti e differenti eventi cercando di testimoniarne la forte identità italiana e sul territorio del Pisa Book Festival e la profonda appartenenza europea dell’evento milanese.

Il primo declinato con lo slogan “a caccia di sogni” con anche un gemellaggio con il Boswell Book Festival ma dove l’internazionalità risiede nel forte senso di appartenenza territoriale “made in Scozia” vs  il”made in Tuscany”; il secondo con focus tematici tra cui Afriche e Barcellona come città ospite e i patti per la lettura che fanno di Milano una delle città delle Letteratura Unesco , prima in Italia e solo 20 in tutto il mondo. In entrambi nonostante il clima inclemente, migliaia i visitatori e un sold out che ha visto un binomio tra autori, editori, traduttori e lettori molto intenso.

A caccia di sogni e tante mappe concettuali, incontri , presentazioni editoriali e una mostra di llustrazioni di Vincenzo del Vecchio a Palazzo Blu ed un “fuori salone” spontaneo e colorato di piccole associazioni, giovani ed entusiaste con al centro sempre l’uomo e la sua identità non tanto il ruolo che ricopre a livello culturale, e Pisa fa l’incontro con la scoperta di luoghi e di persone in viaggi ideali intorno al mondo, Esemplificativa  la presentazione del primo volume della collana WeWrite con un libro interamente dedicato alle donne in Europa e la presenza della casa editrice corsa Albiana con stand editoriale, una mostra su “James Corsica Boswell” , la collaborazione con il Boswell Book Festival  di Caroline Knocx e James Knox,grazie alla ristampa di una prima edizione del celebre libro, molto ben curata ed bilingue francese ed inglese, ed un evento  del “fuorisalone” presso la Gipsoteca di Arte antica sui canti corsi.

Bernard Biancarelli, parla con entusiasmo della sua casa editrice a tutti. Sia allo stand che sul palco durante la presentazione come ospite del libro su Boswell ed offre la dimensione europea di questo festival, che parte dal basso verso l’alto , dalle persone. Una panoramica della società e della letteratura opposta a quella di Milano invece, che parte dall’alto verso il basso, ma con la medesima view ed apertura ai lettori con un evento di apertura e uno di chiusura, un focus appunto, sulle afriche ed eventi. Tanti eventi e patti per la letteratura, in particolare con la presentazione della città ospite, Barcellona in Spagna. Tanti progetti special in tutti i quartieri con ben 70 poli tematici ed un unico centro: il castello Sforzesco di Milano dove è forte il ruolo che ricopre lo scrittore, a livello culturale e sociale.

Ma non per questo a Milano si è persa la bella dimensione dell’uomo al centro, con la sua identita’ , offrendolo pero’ si è notato nei contesti periferici e a livello sociale. A titolo di esempio, venerdì 13 novembre, l’evento allo Spazio Alda Merini con Felice Bonalumi dal titolo “Madelaine de Proust la memoria del cibo” e quello presso  lo spazio espositivo della cartoleria storica Fratelli Bonvini di Milano  dal titolo “Oltre l’illustrazione “, prendendo il punto di vista del fumento con AtelierBingo e Olimpia Zagnoli. Concludendo, si cita il  bell’evento, che hanno scelto di descrivere per il loro magazine, alcune giovani redattrici delle scuole superiori de “il giornale dei ragazzi” di bookcity, presso la casa delle associazioni e del volontariato del municipio milanese più centrale, il municipio 1 dal titolo “Parole in Liberta’; io sono Madelaine” a cura dell’associazione culturale SIFA, che presentava un libro di poesie di Haiku attraverso l’arte e gli acquarelli della giovane Giulia Ravarotto con un crossover emozionale sempre venerdi mattina.

Non è un caso che un gruppo de “il giornale dei ragazzi” di questa manifestazione, abbia deciso di partecipare a un evento che è anche un percorso emozionale fatto di arte, poesia, letteratura e musica al fine di descriverlo. Identità e ruolo, ascolto attivo di sé. Ruolo del racconto dei racconti.

Un incontro tra lettori e libri che fanno sognare? Forse. Ma se a Pisa era l’intera manifestazione , nello slogan, “a caccia di sogni”, a Milano è una manifestazione parallela ai giorni di bookcity a vedere protagonisti i sognatori di tutti i tempi. Domenica infatti, in concomitanza con l’evento dedicato ai libri a Milano, si è svolta la quinta edizione di The dreamers day al teatro dal Verme condotto da Andrea Bertuzzi e il cane Artu’ e dove sono stati presentati, a loro volta, anche dei libri, proprio accanto al Castello, cuore di Bookcity.

E cosi’, nell’arco dell’intera giornata, si è  dato spazio ai sognatori di tutto il mondo al fine di comprendere la differenza tra un sogno ideale e il vederlo concretamente realizzato anche economicamente con tanti speaker sul palco tra cui, la bella testimonianza di Lapo Elkann, celebre dirigente d’azienda italiano e di Jack Cambria, comandante della polizia di New York che hanno in fondo posto entrambi l’evidenza che un po’ è anche alla base dei festival e feste diffuse sui libri e la letteratura in generale: ognuno è ciò che vive e l’esigenza di comunicarlo sta alla base di ogni racconto. Vero o di fantasia che sia. Imparando cosa non fare dai cattivi e parando cosa fare dai buoni. Reali o inventati (e sognati) che siano.

Cristina T. Chiochia