“Come conseguenza del vuoto pneumatico di cui sopra, la convergenza è stata pura manovra di salvaguardia di un potere senza progetto, che non riuscendo a offrire nulla di reale si deve aggrappare ai numeri, ad abbracci di convenienza, a un matrimonio di interesse smaccato e quasi osceno. Un’operazione di vertice, cavolo, eccome se di vertice: si convoca il Comitato cantonale il 1° agosto, si presenta meno della metà dei membri (i famosi 112, ndR) e una proposta di valenza storica epocale, come è il matrimonio tra liberali e cattolici, viene votata da una lieve (per la cronaca il 69%, ndR) maggioranza di una minoranza.”

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Abbiamo letto oggi nel Corriere questo articolo di Marco Züblin, particolarmente duro nei concetti e nei toni. Questo “pensiero del giorno” non ne è che un piccolo estratto.

Sulla congiunzione di Melide si era espresso – in termini meno spietati ma inequivocabili – anche Ticinolive.

C’era un altro esito possibile, visto che uno dei candidati ha perso per poco? Sì. Diamo 46 voti in più a Filippo e allora abbiamo Chiesa-Lombardi. Cambia? Sì, cambia parecchio, ma solo nella Casa azzurra.