Tra meno di quattro mesi cadrà il 60° anniversario. Bisogna essere pronti.

La maledizione dei Kennedy travalica i secoli, forse. Sparatorie, assassini, omicidi, persino una figlia lobotomizzata. Il fatto che macchiò di sangue la loro storia, tuttavia, fu l’assassino di JFK, sulla strada di Dallas, il 22 novembre di 56 anni fa.

Dallas, 22 novembre 1963. il 35 esimo presidente degli Stati Uniti d’America, cavalca l’onda che gli è favorevole, concorrendo alle elezioni anche per diventare il 36 esimo presidente, candidandosi alle elezioni dell’anno successivo.

Johnson giura dopo l’assassinio del presidente. Accanto a lui Jacqueline, neo vedova, coi vestiti ancora macchiati di sangue di JFK

Sono le ore 12.30, in Europa le 18.30. A bordo della limousine presidenziale, oltre al presidente e candidato, ci sono anche la moglie Jacqueline e John e Nellie Connally, governatore e consorte.

La limousine s’inoltra nella Dealey Plaza. A un tratto parte un colpo, diretto alla testa del presidente, che esplode. L’operaio ex militare Lee Harvey Oswald ha imbracciato un fucile e preso di mira il presidente. Ferito anche John Connally.

Il presidente morì sul colpo.  Un sarto di Dallas, Abraham Zapruder, con la sua cinepresa 8 millimetri riprese il terribile assassinio, forse il più terribile del ‘900.

L’assassino fu poi assassinato, a sua volta, da un mafioso, lasciando la morte del Presidente nel mistero: ancor oggi teorie cospirazioniste sorgono riguardo il numero dei cecchini e le circostanze misteriose in cui morì il Presidente.

Perché JFK quel giorno non volle agenti di scorta, lasciò la capotta della limousine aperta, volendo ostentare “alle Texane” la “bella ragazza Jackie” (cioè Jacqueline Bouvier)? C’entrava forse qualcuna delle avvenenti escort (sempre in incognito e la cui identità non fu mai svelata) che il Presidente incontrava nelle piscine presidenziali, alla totale insaputa della moglie e dell’America? Perché la sera prima dell’attentato gli agenti della scorta si ubriacarono fino a tarda notte, violando il codice delle guardie?

Il volantino circolante a Dallas il 21 novembre 1963

Suggestivi ed inquietanti sono poi i dettagli emersi dei media, se il viaggio a Dallas avesse invece avuto un esito positivo: l’incipit della bozza del discorso del vicepresidente Johnson, sarebbe stato proprio “Signor Presidente, grazie a Dio è uscito vivo da Dallas”; per non parlare di un oscuro volantino, circolante in più copie a Dallas, il giorno prima dell’arrivo di JFK, in cui campeggiava la scritta “ricercato per tradimento”, sotto alla foto del presidente.

Così, con quel fucile appoggiato dietro una pila di libri da un sospettato che non sembrava un assassino (non era sudato né senza fiato), soap opere interrotte e canzoni spezzate dall’intervento di giornalisti con occhi lucidi e fiatone, fu data la notizia della morte del presidente.

Jacqueline non si tolse gli abiti macchiati di sangue e lasciò il corpo di suo marito solo quando Johnson giurò fedeltà all’America. Kennedy era ufficialmente morto.