MARCO BORRADORI, SINDACO   Lugano (…) ha costruito e difeso con i denti l’aeroporto. Adesso sembra che una parte della politica cittadina voglia da un lato dimostrare di sostenere ancora lo scalo, ma al tempo stesso faccia di tutto per annacquare tale sostegno con dubbi e condizioni francamente inaccettabili.

Qui bisogna scegliere se guardare al futuro con positività e ottimismo, assumendoci anche qualche rischio, oppure se chiudere. Alla fine ci confronteremo sul referendum e deciderà il popolo. I “sì, però” non serviranno a niente. Dovremo essere uniti e convincenti per il “sì”. Lugano e il Ticino hanno tutto l’interesse a rilanciare l’aeroporto, in particolare per i posti di lavoro e per l’indotto. (da un’intervista nel CdT odierno)

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Dissentiamo nettamente dal Sindaco (il cui parere rispettiamo). Il Sì Però nelle presenti circostanze è obbligatorio.

Questo il punto cruciale. Non è la spesa (benché pesante) ad essere inaccettabile, ma la mancanza di prospettive credibili.

L’Atto di fede appartiene a una religione di un nuovo genere, che noi giudichiamo inquietante. I milioni del contribuente (che i leghisti invariabilmente chiamano “sfigato contribuente”) sono reali, mentre i poeti sognano e “si inventano il futuro”.

“Alla fine ci confronteremo sul referendum”. Questo è democratico e ci piace. La situazione è irrimediabilmente bloccata, con le parti antagoniste che ripetono all’infinito gli stessi argomenti, senza spostarsi di un millimetro, sino allo sfinimento.

Decida allora il voto popolare, democraticamente.