MARCO ROMANO  L’accordo nella sua forma attuale è inaccettabile e, se non sarà modificato sostanzialmente, andrà fatto cadere. Per ritrovare un percorso di dialogo senza conflitti, l’UE deve garantire certezze su 4 temi.

1) la Svizzera non riprenderà la Direttiva europea sulla cittadinanza

2) le misure di accompagnamento e di protezione del mercato del lavoro sono un oggetto di politica interna e non vanno condizionate dall’esterno

3) l’ampia autonomia fiscale, economica e sociale dei Cantoni va garantita

4) la ripresa del diritto comunitario deve sempre sottostare ai processi politici elvetici con decisioni parlamentari e possibilità di referendum. In aggiunta l’UE deve cessare le misure “sanzionatone” unilaterali nei confronti della Svizzera.

Un documento transitorio che sancisca questi punti fermi a tutela degli interessi svizzeri e della comune necessità di trovare una via di sviluppo dei Bilaterali potrebbe essere utile, ma deve limitarsi alle regole del gioco minime, senza intaccare i principi cardine descritti.   (dal Mattino della domenica)

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I quattro punti enunciati da Romano sono degni di approvazione ma (a nostro avviso) le probabilità che l’UE li accetti sono praticamente nulle.

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FRANCESCO DE MARIA  Ricevuta l’assegnazione del “compitino” dal direttore, sono andato a informarmi nel web e vi ho trovato questa frase: pagare di più, oltre i famosi 1,3 miliardi ‘costerebbe sempre meno alla Svizzera che un accordo quadro squilibrato o rispetto a un attacco imprevisto dell’UE’. 

Questa frase di Ambühl-Scherer è un poema. Pagare di più per non subire un accordo squilibrato a seguito di un attacco imprevisto dell’UE. Le parole “accordo” e “attacco” non si combinano bene, per niente! Forse un accordo che si impone ai vinti dopo un attacco andato a segno? Vae victis!, esclamò Brenno, condottiero dei Galli, scoperto dai Romani a imbrogliare sul peso. 

Diligente, sono andato a leggermi anche l’articolo originale della NZZ, lungo e complesso. A questo punto mi dichiaro nettamente contrario a tale “accordo temporaneo”, che mi sembra un’idea balzana (forse dettata dalla frustrazione) pronta a trasformarsi in una fregatura. Ma forse non era che un “ballon d’essai”.

Lo scenario più probabile è un altro. L’Accordo quadro sarà approvato dal parlamento e i Sovranisti giocheranno (che altro potranno fare?) la carta del voto popolare. Sarà, come direbbe Saddam Hussein, la Madre di tutte le votazioni.   (dal Mattino della domenica)