Lo speleologo britannico Vernon Unsworth 
ha citato in giudizio l’imprenditore Elon Musk, CEO di Tesla, per chiedere l’equivalente di oltre 190 milioni di franchi per danni subiti a seguito di messaggi diffamatori via Twitter dove veniva definito pedofilo. La giuria del tribunale di Los Angeles, dopo un processo durato quattro giorni, è stata però favorevole a Musk: non ha  ritenuto diffamante l’atteggiamento dell’imprenditore in quanto la parola “pedo guy” è un insulto generico. 

Unsworth, esperto esploratore di grotte di 64 anni, vive tra la Thailandia e il Regno Unito. Durante il salvataggio di ragazzi thailandesi che facevano parte di una giovane squadra di calcioavvenuto a giugno 2018 all’interno della grotta di Tham Luang, aveva prestato aiuto nel reclutare esperti subacquei che si sono dimostrati fondamentali per liberare i ragazzi rimasti intrappolati all’interno dopo l’allagamento causato dalle forti piogge monsoniche.

Musk aveva inviato in quell’occasione alcuni ingegneri della Tesla e un piccolo sottomarino elettrico per aiutare le squadre di salvataggio. Aiuto rifiutato in quanto Unsworth lo riteneva una trovata pubblicitaria. Dopo il successo del salvataggio, Unsworth dichiarò in una intervista alla rete televisiva CNN che Musk doveva infilarsi il rescue pod dove fa male….”.  Questo causò una guerra pubblica tra i due fatta di parole pesanti. L’imprenditore miliardario gli rispose con alcuni tweet che sono stati seguiti da oltre 30 milioni di follower e riportati in 490 articoli in lingua inglese su 361 siti web in 33 paesidefinendolo “pedo guy”. Alla fine Musk eliminò i tweet scusandosi con Unsworth dicendo di non averlo accusato di essere un pedofilo”. 

Unsworth ha testimoniato in tribunale affermando di sentirsi marchiato pedofilo e umiliato. Gli avvocati di Musk hanno sostenuto che non fosse una dichiarazione di fatto, ma un insulto. “Non importa che non sia l’insulto più comune”, ha dichiarato l’avvocato di Musk, Alex Spiro, “Sei libero di dire certe cose in questo paese”. È stato dimostrato poi che la reputazione di Unsworth non era stata seriamente danneggiata visto la premiazione dei suoi sforzi nell’operazione di salvataggio con un MBE, una medaglia del re thailandese ed altri onori.

Sulla base di questo Elon Musk ha vinto venerdì la causa liberandosi dall’accusa di diffamazione.

“Non sono soddisfatto del verdetto perché penso che Unsworth meritasse una giustizia diversa, ma ha avuto il coraggio di venire in questo paese dove vive Elon Musk e accettare la sua sfida”, ha detto l’avvocato difensore californiano dello speleologo. “E’ un peccato che un miliardario prepotente sia stato in grado di gettare un’ombra così. Spero solo che nessun altro debba andare in punta di piedi con Mr. Musk”, ha aggiunto l’avvocato di Unsworth nel Regno Unito.

Il caso ha posto un consulente di 64 anni che guadagna uno stipendio di circa 35 mila franchi l’anno contro uno degli uomini più ricchi e famosi del mondo per colpa di una disputa derivata dal coinvolgimento secondario della Tesla nel salvataggio della squadra di calcio e del suo giovane allenatore.