FRANCO CELIO  “Al giorno d’oggi un partito come il Plrt ha ancora motivo di esistere? In questo contesto, non dovrebbe essere tabù neppure l’ipotesi (dico bene: “ipotesi”) di un eventuale scioglimento, dato che gli “scopi sociali” all’origine della sua nascita (libertà di pensiero e di stampa, scuola pubblica, separazione Stato-Chiesa, libertà di domicilio, di impresa ecc.) sono stati sostanzialmente raggiunti. In ogni caso, meglio sciogliersi che vivacchiare dissanguandosi a poco a poco”.

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Le conseguenze della perdita del seggio agli Stati sono – com’era facilissimo prevedere – pesanti. La fine del PLR ? Non è una bazzecola! Quello che Celio non dice (ma che sa benissimo) è che il “Partitone” è stato sì un insieme di ideali, azione politica e presenza istituzionale ma è stato anche – e per un tempo lunghissimo – il gestore prioritario del potere nella nostra società, dispensatore delle cariche e delle prebende. “Non si muove foglia che il PLR non voglia”.

Questo non è né un bene né un male, ma un semplice fatto. Sono cose che non si cancellano in un lampo; sarà (se avverrà) un mutamento profondo, nulla sarà più come prima.

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Il vecchio leone Celio ha voluto provocare? Evidente. Che cosa vuol dirci con la sua provocazione? Che la reazione del partito alla disgrazia (diciamo pure: a una serie di disgrazie) è stata del tutto insufficiente. Ha ragione da vendere.

Un sondaggio e un workshop? Senza dimenticare un team di coaching. L’inglese fa così chic!