Un investimento per la nostra sicurezza e la nostra neutralità (titolo originale)

Ripreso da Opinione Liberale, per gentile concessione

Rocco Cattaneo con Alex Farinelli (Palacongressi, foto Ticinolive)

L’esercito è un sistema globale. Il nostro sistema di difesa non comprende solo l’attività delle truppe al suolo, ma anche la protezione del nostro spazio aereo. Lunedì in Consiglio nazionale è stato approvato il messaggio concernente l’acquisto dei nuovi aerei da combattimento, per il quale ero relatore di Commissione.

Di cosa stiamo parlando? Stiamo parlando della sicurezza della popolazione, del territorio, delle città e delle infrastrutture critiche. Ma anche della nostra autonomia e neutralità. Il messaggio sottoposto al parlamento per l’acquisto dei nuovi aviogetti prende la forma di decisione programmatica, che sottostà a referendum facoltativo. Il popolo si esprimerà probabilmente il prossimo anno, ma solo sul principio di rinnovo dei jet e sul relativo finanziamento (come fatto anche dalle Camere). La scelta del modello sarà di competenza del Consiglio federale.

Perché abbiamo bisogno di nuovi aerei da combattimento? L’attuale flotta sta per raggiungere la sua durata massima di utilizzo. I 30 F/A-18 potranno essere impiegati solo fino al 2030 e i 26 F-5 Tiger, dopo ben 40 anni di servizio, sono diventati dei pezzi da museo. In situazione normale, i jet vengono impiegati per sorvegliare lo spazio aereo svizzero. Ma devono anche essere in grado di difenderci da eventuali minacce, in situazioni di tensione o in caso di conflitto armato.

Quali sono i costi e le modalità di finanziamento? L’investimento massimo previsto è di 6 miliardi di franchi. L’acquisto verrà finanziato tramite il budget annuale dell’esercito, che dal 2020 sarà aumentato dell’1.4% annuo. Ciò permetterà di coprire anche i costi per il rinnovo del sistema di difesa terra-aria (2 miliardi di franchi) e ulteriori 7 miliardi per altre nuove componenti dell’esercito. L’investimento è a lungo termine, poiché i nuovi aerei verranno utilizzati per oltre 30 anni.

Questione offset. Il fornitore dei jet dovrà assegnare commesse alle imprese svizzere pari ad una certa percentuale del valore contrattuale. Gli Stati hanno optato per una compensazione del 100%, definendone una precisa ripartizione regionale. Il Nazionale ha invece approvato una compensazione al 60%, come proposto dal Consiglio federale. Di questi, il 20% sono offset diretti: le imprese svizzere prendono parte direttamente alla fabbricazione degli aviogetti. Il restante 40% sono offset indiretti nel settore della base tecnologica e industriale rilevante in materia di sicurezza. Abbiamo anche approvato la ripartizione regionale degli offset decisa dagli Stati: il 65% alla Svizzera tedesca, il 30% a quella francese e il 5% alla Svizzera italiana. Il disegno torna ora alla Camera alta. Personalmente sono convinto che una compensazione dell’80% sia ragionevole e realizzabile e spero che con il Consiglio degli Stati si possa trovare un compromesso in questa direzione. Ricordo che gli offset servono prima di tutto a mantenere in Svizzera il sapere tecnologico in materia di sicurezza. Ciò rafforza la nostra industria, la rende più concorrenziale e ci rende più autonomi nel mantenimento degli aerei. Secondo, gli offset portano anche benefici alla nostra economia: mantenimento e creazione di posti di lavoro, più entrate fiscali, eccetera.

I socialisti hanno già annunciato il referendum. Occorrerà dunque organizzarsi per tempo per convincere il popolo della bontà di questo progetto. Un investimento necessario, per la nostra sicurezza e la nostra neutralità.

Rocco Cattaneo, consigliere nazionale