Disuguaglianza. Semplificando si può affermare che la Disuguaglianza è amata dalla Destra e odiata dalla Sinistra. Disagio. Parola alla moda. Il disagio è alle stelle nella moderna società. Non si può escludere che in passato ci fossero sotto il cielo disagi ancora più grandi. Democrazia. La vacca sacra, che nessuno si azzarda a contestare. La lodano persino coloro che non la praticano affatto.

Le due T (una collaudatissima coppia) hanno scelto le tre D per scrivere un libro, e per dibatterne. Ho incominciato solo oggi a leggerlo, ma naturalmente ero presente nella sala San Rocco, adiacente alla chiesa.

Tettamanti e Tuor hanno il loro affezionatissimo pubblico e alle sei in punto tutti i posti erano occupati. Moderatore Fabio Pontiggia. “T contro T”, il dibattito è modellato sul gioco delle parti. Alfonso Tuor è il pessimista per antonomasia. I maligni insinuano che lui preveda sistematicamente solo disastri. A un certo punto (per la Legge dei grandi numeri) il disastro càpita e lui, trionfante, esclama “ve l’avevo detto!”

Tito Tettamanti è antico e saggio e negli ultimi anni ha sviluppato un certo ottimismo. Oggi si sta meglio di ieri, afferma convinto. Il fatto che molti sostengano appassionatamente il contrario non lo turba per nulla. Il suo giudizio è indipendente e nella sua lunga vita ha accumulato una vasta esperienza.

Il saluto ai convenuti è stato porto dal presidente del Consiglio di fondazione del Corriere del Ticino avvocato Fabio Soldati, alla testa del primo gruppo mediatico del Cantone

Nella società del Terzo millennio (inizio) contano solo i soldi. Questo è un luogo comune e suona anche un po’ ridicolo. Forse che al tempo dei Romani non contavano? Forse che l’imperatore Carlo V, costantemente in bolletta, non doveva affannarsi a trovare i soldi per pagare le truppe mercenarie? Da chi andava a piangere? Dai banchieri Fugger… Torniamo ai giorno nostri, la disuguaglianza cos’è? La disuguaglianza dei soldi.

Si accentua o si attenua? Chi non ha sentito, dieci o cento volte, proclamare che “i ricchi diventano sempre più ricchi, i poveri sempre più poveri”? L’ottimista Tettamanti propone la sua riflessione: “se c’è crescita, stanno meglio tutti. Bisogna soprattutto distinguere tra percezione e realtà”. Traducendo il Tito-pensiero: molta gente si sente malissimo nella pelle (e si scatena selvaggiamente sui social)… ma in realtà non si rende conto di stare abbastanza bene.

“Le Borse e il mercato immobiliare aumentano nonostante la crescita bassa, c’è una concentrazione della ricchezza e c’è molto più lavoro precario”. Il Pessimista va al contrattacco. Il precariato suscita insicurezza e scontento, la gente si lascia affascinare dai populismi, che coltivano e incanalano la rabbia. “È il lavoro stesso – Tettamanti ammonisce – che ha oggi un significato diverso. Mezzo secolo fa il lavoro era il centro della vita, oggi si lavora… per avere i soldi che ci permettono di fare dell’altro!”

A questo punto fa capolino la teoria dello “sgocciolamento” detta anche dello scolapasta, messa in dubbio da Tuor. Se il vertice della piramide se la gode in paradiso, non è detto che la base se la passi alla grande. Ancora Tuor: “Si produce troppo e la domanda scarseggia, il lavoro si fragilizza e il disagio aumenta”.

Tettamanti diventa filosofo. “Le disuguaglianze si possono davvero eliminare. Non c’è un solo modo ma quattro. La guerra. La rivoluzione, come ad esempio la rivoluzione bolscevica. Epidemie (la peste bubbonica, il Black Death?) e carestie. Il crollo dello Stato. Noi viviamo in una società non uguale, e forse dobbiamo accettare questa realtà”.

“Ci stiamo muovendo verso una nuova società che non conosciamo ancora” ha concluso messianicamente il famoso finanziere. Ma Tuor ha cercato di piazzare un’ultima provocazione. “La risposta al disagio è già nell’incubatrice, sono i Verdi”.

I verdi sono pulcini già abbastanza sviluppati, direi, bussano ormai alla porta del Consiglio federale. Indovino i pensieri dietro la fronte dell’Avvocato. “L’articolo in difesa e lode di Cassis l’ho già scritto il 29 novembre. E dopodomani (11 dicembre) l’Assemblea federale voterà. Io lo so come andrà a finire, e dunque scriverò che a Berna… non è successo nulla”.