ll valore dei valori borghesi

Negli ultimi due secoli l’umanità ha compiuto un enorme passo in avanti, lasciandosi alle spalle un’amara condizione di miseria. Misurata in percentuale della popolazione mondiale, la povertà sta diminuendo da 200 anni. Oggi abitano la terra più di sei volte e mezzo il numero di persone che la popolavano allora e contrariamente a tutte le previsioni malthusiane, secondo cui la crescita demografica sarebbe stato un problema insanabile, oggi l’individuo medio guadagna e consuma dieci volte di più che nel 1800. La percentuale della popolazione mondiale composta da persone estremamente povere e ridotte in schiavitù sta diminuendo più velocemente che mai.

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Oltre all’economia, l’etica, le idee e il linguaggio sono alla base della Rivoluzione industriale. Prima di trecento anni fa, il modo in cui ci riferivamo e pensavamo alla classe media era diverso. Le conversazioni sull’innovazione, sul denaro e sui mercati sono diventate improvvisamente più accondiscendenti nel tono. L’economia, la politica e la cultura sono cambiate radicalmente. Purtroppo, la dignità degli innovatori e la libertà degli imprenditori sono ancora oggi messe in discussione. Questo è il motivo principale per cui alcuni restano tuttora assai poveri. Tuttavia, queste zone non sono condannate alla povertà.

Se la tendenza conosciuta dal 1800 a oggi proseguirà, i più poveri tra i poveri smetteranno di soffrire la fame in 50 anni, la libertà personale si espanderà, l’ambiente sarà sempre di più protetto, e la maggior parte della gente di questo mondo — con meraviglia dei marxisti — farà parte della borghesia, non dovendo più vendersi quali «schiavi salariati».

Deirdre McCloskey

Diffuso da Istituto Liberale (dr. Paolo Pamini)