Non sono ancora chiari i motivi per cui il capo dell’opposizione, Alexei Navalny è stato arrestato, durante un raid nel quartier generale della sua Fondazione anti-corruzione, la Fbk a Mosca.

Dopo due ore di interrogatorio per parte della polizia, Navalny è stato poi rilasciato. In un filmato postato dalla sua protavoce Kira Yarmysh su Twitter, si vedono alcuni agenti dal volto coperto che perquisiscono l’ufficio dell’oppositore, per poi prelevarlo, dopo aver coperto con nastro adesivo la telecamera di sorveglianza.

Il 25 dicembre Navalny aveva annunciato la denuncia per la scomaprsa di uno dei suoi alleati: il 23 enne Ruslan Shaveddinov, spedito sull’Artico, in una lontana base militare.

L’arresto potrebbe esser sopraggiunto perché il politico stava per andare in onda sulla tv russa, per denunciare, probabilmente, la scomparsa di Ruslan. C’è chi ipotizza, quindi, che l’arresto avrebbe quindi potuto impedirgli di andare in onda, come, in effetti, è stato.

Nel frattempo, la “deportazione” del giovane ha suscitato polemiche e sommosse: la protesta di tanti attivisti scesi in piazza a Mosca ha incendiato gli animi di chi conosce la storia: i cartelli recitavano “felice 1937, Ruslan Shaveddinov è stato rapito dall’Fsb ed è esiliato a Novaya Zemlya”

Il ventitreenne, dichiarato non idoneo al servizio militare, è stato dichiarato, dai suoi difensori, un “prigioniero politico”.