di Marcello Mazzoleni (dai social)

“Stamattina ho fatto lezione di statistica con uno studente universitario e c’era un esercizio in cui abbiamo analizzato i dati istat sul numero di decessi in Italia, suddivisi per mese, tra il 2005 e il 2015.

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Il mio alunno si è stupito che i mesi in cui ci sono più morti sono, nell’ordine: gennaio, febbraio e dicembre con circa 60.000 decessi medi. I mesi con minore mortalità sono agosto e settembre, con meno di 50.000 morti. Il mio alunno non si capacitava e si aspettava, sulla scia del battage mediatico sul caldo, che si morisse molto di più in estate.

Gli ho spiegato che questo è uno dei tanti esempi della storpiatura della realtà che ci viene propinata dai media, perché da sempre e per ovvi motivi è il freddo ad uccidere più del caldo. Tralasciando purtroppo il contributo in questo calcolo dei senza fissa dimora, che ammontano ad alcune centinaia al mese, in inverno aumentano le crisi cardio-circolatorie e cerebrali e i decessi per l’influenza in soggetti già deboli. Un medico saprà sicuramente spiegarci molto meglio questi dati e aggiungere altre cause di mortalità invernale.

A titolo statistico, negli anni in esame, il mese con maggiori decessi in Italia è stato il febbraio 2012, guardacaso proprio in concomitanza dell’ultima intensa fase fredda, che ha portato quasi 67.000 morti in Italia in un mese di ventinove giorni, per di più. Quello con minore mortalità è stato invece il settembre 2007, con meno di 44.000.

Ci tenevo a condividere questa riflessione, perché è bene che certe cose si sappiano. So che l’argomento non è dei più leggeri, ma era doveroso parlarne e ci converrà tenerlo sempre a mente, specie quando a breve attaccheranno già con la solfa delle città da bollino rosso.

Marcello Mazzoleni