Maxi operazione antimafia, quella conclusasi stamane nel messinese, con 94 arresti. In cella sono finiti i boss dei Nebrodi, che prendevano finanziamenti illeciti dall’Unione Europea, per una truffa da 10 milioni di euro.

L’inchiesta “Nebrodi”della Procura di Messina, guidata da Maurizio De Lucia ha portato all’arresto 94 mafiosi: 48 sono finiti in carcere, 46 agli arresti domiciliari. Sono inoltre state sequestrate ben 151 imprese, conti correnti e rapporti finanziari, detenuti e gestiti dagli esponenti del sodalizio mafioso, che erano imprenditori e amministratori.

I reati in cui essi concorrono sono ampi e variegati: dall’associazione mafiosa, all’estorsione, al falso alla truffa.

Storico clan quello che raggruppa gli arrestati, quello dei Nebrodi, che, assieme al clan dei Batanesi e dei Tortoriciani, avrebbe messo le mani sui fondi europei, grazie alla complicità omertosa dei “colletti bianchi”, e dal 2012 avrebbero illecitamente ottenuto più di 10 milioni di euro dall’UE; come contirbuti fondiari per l’agricoltura.

Tra gli arrestati è finito in manette anche il sindaco di Tortorici. i gruppi mafiosi dei Nebrodi erano in combutta con i clan di Cosa nostra palermitana, con le famiglie catanesi e con la provincia ennese.

Intercettazioni e perquisizioni hanno portato all’arresto della famiglia dei Bontempo Scavo, capeggiata da Aurelio Salvatore Faranda e della famiglia dei Batanesi, noem di una delle settantadue contrade di Tortorici.

Gli ingenti contributi che le famigle mafiose illecitamente avrebbero percepito dall’Unione Europea sono stati concessi dall’Agea (Agenzia per le erogazioni in agricoltura).