Federico II di Svevia, “stupor mundi”, sacro romano imperatore

 

Uscirà a breve, in Italia e nel Ticino, il romanzo “Certamen 1246” di Giovanni Casella-Piazza, ispirato e dominato dalla figura dell’imperatore Federico II di Svevia, re di Sicilia, figlio di Enrico VI il Crudele e Costanza d’Altavilla, e abiatico del Barbarossa.

Al fine di presentare al pubblico questa interessante novità letteraria stiamo progettando di realizzare un’intervista con l’Autore.

Per il momento pubblichiamo la scheda di lettura curata da Sergio Roic.

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“Certamen 1246” si presenta al lettore come un interessante incontro tra il romanzo storico e quello psicologico. In poco più di 500 cartelle scorrevoli, l’autore narra le tragiche vicende che portarono alla fine dell’idea di governo universale imperiale incarnata da Federico II di Hohenstaufen.

Il romanzo, ambientato nel tredicesimo secolo in due epoche separate da alcuni decenni, testimonia della dura lotta che Federico II dovette sostenere onde cercare di conservare e ammodernare l’idea di un impero universale dall’ostilità portatagli dal soglio pontificio romano.

Palazzo reale di Napoli – Foto Wiki commons (Raffaele Esposito) https://creativecommons.org/licenses/by-sa/2.5/deed.en

Se il protagonista del romanzo, l’abate comasco Ariberto, raffigura l’impatto psicologico che la vicenda (il “Certame”) ebbe su chi la visse in prima persona, le puntuali tematizzazioni temporali-storiche danno la necessaria cornice alla narrazione.
Originale per i due linguaggi distinti entro cui corrono le vicende narrate, il primo appartenente al tempo presente della narrazione, l’anno 1267, l’altro ricordante gli eventi accaduti una ventina-trentina di anni prima, la storia è una sorta di discesa agli inferi del protagonista che, negandosi al ricordo degli anni del Certame, sprofonda viepiù in un cupo isolamento esistenziale. Sarà l’arrivo di un giovane, mandatogli da un potente rivale del passato, a mettere a soqquadro la sua mente e le sue emozioni. Suo malgrado, il ricordo del tempo passato comincerà a fluire e, per il lettore del romanzo, le azioni dell’imperatore Federico e dei papi che lo osteggiarono arrivando a scomunicarlo scorreranno come un lungo fiume di rivalità contrapposte ma pure di idee inconciliabili sul governo e sul potere.

I personaggi del romanzo, con un paio di notevoli cammei dello stesso Federico, sono ritratti con abilità al punto che il lettore crederà di poterseli ritrovare davanti in carne e ossa pronti ad affrontare il loro Certame. Accanto ad Ariberto, ecco allora profilarsi il giovane ma energico Zirìolo, il ragazzo venuto a interrogare il monaco, l’irraggiungibile o quasi Veronica, amata da quest’ultimo, i monaci ghibellini del convento comasco di Ariberto, i mercanti comaschi favorevoli a intese con la “papista” Milano, i “soldati della fede” che fondarono il Trabocco, una vera e propria agenzia spionistica ante litteram che, con uno spiegamento di mezzi sorprendente, mosse le sue tenaglie per imprigionarvi Federico e le sue idee.

Romanzo non solo storico e psicologico, “Certamen 1246” ha pure un suo godibile lato geografico ponendo al centro dell’azione Como e i dintorni in un rapido intercalare di antichi villaggi e comuni fra cui scorre l’azione e che possiamo incontrare, nella loro veste moderna, anche oggi.

Sergio Roic