1° febbraio 2020, Brexit. l’Inghilterra non è più parte dell’Unione Europea. Per le strade di Londra si festeggia, osi recrimina, Le luci sono tante, i salti, i balli, gli applausi, tantissimi.

L’Inghilterra è da sempre stata un’Isola indipendente, la sua storia lo dimostra, sin da quando. nel 1475, con il trattato di Picquigny, perse tutti i suoi feudi francesi (tranne Calais) perdendo sì la Guerra dei Cent’anni, ma divenendo la potenza marittima più eclatante della Storia moderna.

Nonostante le guerre “fratricide” al suo interno (la Guerra delle due Rose, tra Lancaster e York, le guerre di Religione, lo scisma Anglicano… ect…), la Madre Inghilterra, che ha visto i suoi figli scannarsi per un trono, per un credo o per un re, ha sempre continuato a guardare oltre l’azzurro orizzonte delle sue coste, siano esse le bianche e scoscese scogliere di Dover, siano esse le basse spiagge dell’Anglia, (quest’ultime, le prime ad essere invase dai Sassoni, quando nel 405, l’imperatore Onorio richiamò le truppe romane stanziate in Britannia, lasciando l’isola mercé degli invasori).

Fu il lasso di tempo che va dal 1585 al 1604 a decretare la vittoria dell’indipendente Inghilterra sull’ europea Ispania, e al contempo ad avviarla alla sua grande vocazione marittima e coloniale. E’ dalla vittoria della flotta di Elisabetta I su Filippo II, (che era stato marito della cattolicissima di lei predecessora, Maria la Sanguinaria), che l’Inghilterra scopre di essere “diversa”.

L’Inghilterra che si astenne dalla Rivoluzione Francese, che sconfisse Bonaparte, che non subì “i moti d’Indipendenza” da cui il continente, invece, fu travagliato, che non aderì mai ai totalitarismi, che con Churchill diede prova di rialzare il capo anche dopo i terribili bombardamenti nazisti, ora ha un’altra lezione ancora da darci.

Brexit diventa un’invocazione, quasi un mantra, ma altro non fa che rievocare tutti gli episodi in cui l’Inghilterra si è detta indipendente, ha alzato la testa e non si è amalgamata al gruppo, un po’ come la Svizzera. Poiché, alla fine, le nazioni che mantengono la propria identità, dimostrano anche di essere le più virtuose.