51 no e 49 sì, questa la votazione finale di venerdì al Senato degli Stati Uniti.

Lisa Murkowski, senatrice repubblicana dell’Alaska, e Lamar Alexander, senatore repubblicano del Tennessee, hanno votato contro l’audizione delle testimonianze e la ricerca di nuove prove nel processo di impeachment di Donald Trump. E sono stati voti decisivi. Questo significa che la maggioranza repubblicana al Senato non lo rimuoverà dalle sue funzioni di presidente.

Anche se molti parlamentari repubblicani hanno criticato il comportamento di Trump definendolo inappropriato, hanno votato per assolverlo e lasciare praticamente che siano gli americani a decidere chi dovrà essere il prossimo presidente degli Stati Uniti.

Il Senato dunque non avrà mai le informazioni scritte da John Bolton, ex consigliere per la sicurezza nazionale statunitense allontanato brutalmente da Trump, nel suo libro che deve ancora essere pubblicato. Il New York Times ne ha anticipato alcune rivelazioni grazie ad una lettera ricevuta in forma anonima da un alto funzionario americano all’interno dell’amministrazione Trump.

Adesso che l’ultimo sforzo sta finendo, secondo gli esponenti democratici ora il loro partito deve far fronte al fatto che Trump è “un uomo senza scrupoli” e pertanto è necessario affrontare la sua politica e superare il vantaggio di cui gode la sua particolare coalizione.

I democratici infatti, continuano ad ignorare i vantaggi che Trump offre loro. Come il fatto che non riesca a smettere di propagandare una politica basata sulle ostilità, o che non perde mai l’opportunità di espandere la sua base costringendo i repubblicani “a baciare il suo anello”. L’impeachment non ha fatto altro che estendere lo schema di Trump, con i repubblicani che votano per abbreviare il processo. Quindi la maggior parte degli americani pensano che il presidente abbia fatto qualcosa di sbagliato e che i repubblicani lo stiano proteggendo dalla responsabilità per la sua condotta.

Quando Trump sollevò il telefono per chiamare il presidente ucraino, il suo obiettivo era quello di spingere l’opinione pubblica americana  a credere che il figlio del suo avversario politico, Joe Biden, fosse assunto da un’azienda straniera che produce petrolio e gas naturale per il mercato ucraino, la Burisma Holdings con sede a Cipro. Quella telefonata ha causato il processo d’impeachment votato dai democratici alla Camera.

Quella telefonata ha scatenato la teoria di cospirazione per Biden facendo capire l’abilità di Trump di sporcare politicamente i suoi avversari e adesso che sopravviverà all’impeachment non si fermerà davanti a nulla. L’unico modo per porre fine alla sua presidenza sono le urne.

La presidente della Camera Nancy Pelosi, ha affermato ai giornalisti che “non puoi essere assolto se non hai un processo. E non hai un processo se non hai testimoni e documentazione”. Allora quello che stiamo vedendo al Senato non è paragonato a un processo e Trump non è stato assolto, nel senso che non viene giudicato non colpevole.

Questo sarà l’argomento politico dei democratici alle prossime elezioni, che non potranno così concentrarsi sulla politica.

Alcuni mesi fa, Nancy Pelosi non voleva iniziare il processo di impeachment per paura che producesse effetti contro il partito democratico. Ora invece che Trump è stato messo sotto accusa dalla Camera e che i repubblicani del Senato stanno facendo vedere un finto processo, questo diventerà la discussione democratica in campagna elettorale. Anche se i democratici non sono affatto sicuri di fermare Donald Trump.