Sono ora definitivi i risultati delle votazioni cantonali e federali di oggi.

Per quanto concerne le votazioni cantonali, i ticinesi hanno bocciato con un “no” al 50.3% l’iniziativa che voleva abolire le spese legali per le vittime di aggressioni che hanno usato legittima difesa. Con 427 schede di scarto però, Giorgio Ghiringhelli non vuole arrendersi, secondo lui le schede sono “un elemento sufficiente per capire quanto l’errore contenuto nell’opuscolo informativo del governo sia purtroppo stato decisivo”.

Stando a quanto Ghiringhelli ha dichiarato a “La Regione”, nei termini previsti dalla legge ha intenzione di rivolgersi al Tribunale federale per un ricorso. L’intenzione è quella di annullare il voto e ripeterlo con un opuscolo corretto. Secondo il PS invece una norma simile avrebbe rischiato di creare confusione in quanto “le vittime di aggressioni che reagiscono con violenza, in caso di assoluzione, beneficiano già del rimborso di spese dell’avvocato di fiducia da parte dello Stato”. Inoltre, sempre secondo il PS, la norma “avrebbe finito per indurre più vittime a reagire commettendo a loro volta reati nell’illusione dell’assenza di conseguenze”. Anche il PLR si dice soddisfatto dell’esito in quanto il testo risultava in definitiva “inutile”: “Avrebbe rischiato di aprire scenari poco auspicabili per quanto concerne l’abuso del concetto stesso di legittima difesa, introducendo una pericolosa tendenza alla “giustizia fai da te”.

Dall’altra parte invece è stata accettata con 53.1% di “sì” l’introduzione nella Costituzione del Pincio della sussidiarietà. Trionfante l’UDC ticinese che con questo risultati celebra “la società civile” definendo il risultato come “un passo importantissimo nella direzione della modernizzazione del rapporto Cittadino-Stato, un passo che permetterà allo Stato di essere meno estensivo ma più intensivo nella sua indispensabile azione mediatrice per promuovere la prosperità comune e favorire il benessere personale”. Si dice preoccupato invece il PS in quanto la modifica potrebbe aprire la strada a privatizzazioni in campi sensibili come l’educazione e la sanità.

Sul fronte delle votazioni federali invece arriva la condanna all’omofobia che sarà d’ora in poi sanzionata come il razzismo. La svizzera ha accolto di buon grado la modifica con un 62% di sì. In Ticino la percentuale ha raggiunto addirittura il 66.8%. Ancor più alta la percentuale di assensi Neuchâtel (73,7%) e Friburgo (68,41%), ma anche a Zurigo, Soletta e Lucerna (tutti vicini al 60%). Tra i contrari invece troviamo Uri, con 51.1% di “no” , Svitto (51,7%) e Appenzello Interno (54,1%). Si dice molto soddisfatto il consigliere nazionale vallesano Mathias Reynard (Ps) che ha parlato di un “magnifico segnale”.

Respinta invece l’iniziativa su più alloggi a pigioni moderate con un 63% di “no” complessivi. In Ticino i no hanno raggiunto il 55.4% mentre gli unici cantoni ad aver accolto il testo per ora sono Neuchâtel e Giura con il 56.2% e il 53.2% di “sì” rispettivamente.