Il lunedì mattina per alcuni o per molti non è stato sempre facile: chi ricorda quella brutta sensazione di ritornare a scuola tra dubbi personali e paure? Il fine settimana con la propria famiglia e gli amici fidati scomparivano dalla mente, come un ricordo ormai lontano.

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No, non sto parlando della paura di un esperimento o di un’interrogazione, ma del momento dell’incontro con il “tormento”, quella persona che ormai ti aveva preso di mira: il bullo, “forte” della complicità e dei silenzi di molti, chissà per quale “ragione” inspiegabile, aumentava il suo ego personale su di te; “forte” degli adulti che facevano finta di niente con la solita frase: “Sono solo bambini, stanno giocando”. Fortuna che la giornata finiva e potevi ritornare a casa, in un luogo sicuro dove quella persona non poteva raggiungerti e continuare imperterrita a importunarti, fisicamente e psicologicamente.

Quella persona era parte “solo” di un momento della giornata, il ritorno a casa era il tuo piccolo rifugio. Oggi però i tempi sono cambiati e con l’avvento delle nuove tecnologie siamo in contatto ventiquattro ore su ventiquattro, tutti i giorni della settimana, in qualsiasi luogo e momento. Il bullo utilizza le nuove tecnologie. Il suo bersaglio, una volta era temporaneo, solo in determinati momenti della giornata, alla vista di “pochi” e dei presenti; ora i “social network” sono un suo “mezzo”, il suo umiliare la vittima rimbalza di telefonino in telefonino, da computer a computer, i presenti sono “molti” (migliaia), condiviso e rafforzato da “like” e commenti provenienti da qualsiasi parte del mondo.

Il cyberbullisimo ecco come viene definito. Tu, vittima, subisci e ti rinchiudi in te, l’unico minimo rifugio sei tu. Ma la pressione psicologica, indescrivibile, aumenta e non riesci a parlarne con nessuno, ti convinci di essere tu il “problema”, arrivando a estremi gesti fino addirittura al suicidio. Di casi ce ne sono stati anche qui, sul nostro territorio.

Negli ultimi anni qualcosa si è smosso, in questa tempesta di vittime dei bulli, le istituzioni, noi cittadini abbiamo iniziato a capire la gravità di questo fenomeno, bullismo o cyberbullismo, pensando al supporto più concreto da offrire per diminuire l’effetto devastante. Agiamo, non voltiamoci dall’altra parte! Per arginare ulteriormente questa piaga, sono dell’opinione che sia necessario intervenire più incisivamente introducendo delle misure più severe per chi, il bullo, si macchia di questo crimine.

Sì, avete letto bene “crimine” e lo sottolineo. Non restiamo in attesa come spettatori impassibili, agiamo a favore delle vittime di bullismo già nel nostro piccolo ma anche facendo in modo che la politica si chini sulla tematica attuando anche leggi più rigide. Non voltiamoci dall’altra parte, indifferenti, un giorno il bullo potrebbe colpire anche le persone a noi care.

Diventiamo un aiuto concreto, per entrambe le parti: la vittima che subisce il fenomeno del bullismo, e il bullo che non riesce a rendersi effettivamente conto del male che procura. Una segnalazione tempestiva potrebbe salvare due vite, due futuri. Apriamo gli occhi, restiamo focalizzati su ciò che ci circonda e agiamo.

Paolo Toscanelli – Consigliere Comunale PLR Lugano