Il leader della Lega Matteo Salvini andrà a processo per il sequestro di persona dei 131 migranti sulla nave Gregoretti, al porto di Augusta il 31 luglio scorso

Periodo difficile per la Lega e per Matteo Salvini: perse (per poco sì, ma perse) le elezioni in Emilia Romagna, ora perde anche l’occasione di uscire vincitore da un caso assai scomodo: l’accusa di sequestro di persona dei 131 migranti, tratti in salvo dalla nave militare italiana Gregoretti, alla quale Salvini aveva impedito di sbarcare nel porto di Augusta il 31 luglio 2019.

La Lega aveva votato, incredibile a dirsi, a favore per il processo del proprio leader. I cinque stelle, invece, avevano disertato la votazione abbandonando l’aula per non partecipare a quella che loro avevano definito “una pagliacciata”.

Contraria al processo era stata solo la leghista Giulia Buongiorno,  ex ministra (e avvocato difensore di Sollecito nel caso Mederith.)Dal canto suo Salvini si era definito un “testone”, “pronto ad “affrontare l’aggressione politica” impostagli. Oggi, a votazione avvenuta, l’amara sorpresa: il processo si avrà, Salvini sarà, come lui stesso si è detto, “cavia”, dei giudici.

In rete esplode l’hastag #IoStoconSalvini da parte di colleghi e sostenitori, che traborda anche dall’Italia: la deputata francese del Front National Marine Le Pen si è detta indignata per il caso giudiziario imposto al suo alleato d’Oltralpe.

Dal Senato, la solita bagarre italiana: La presidente Casellati ha detto che non era prevista la presenza dell’esecutivo, il PD le ha urlato a dietro “Studia”; Salvini parla del proprio caso come di “un sacro dovere”, ovvero quello di difendere i confini della patria, da lui “onorevolmente” compiuto. Questa della difesa dei confini, per la sinistra non è che una fake news.

Il processo che Salvini voleva per ergersi come capro espiatorio (e recitarne la parte) ora è avvenuto. E non sul palcoscenico del teatro, ma veramente.