Si è conclusa la diatriba tra l’ala conservatrice e quella progressista della Chiesa sulla spinosa questione del sacerdozio per uomini sposati. Papa Francesco ha pubblicato ieri mattina un documento che riassume le conclusioni del Sinodo sull’Amazzonia, in occasione del quale tutti i vescovi del mondo hanno discusso della particolare situazione di una regione del Sud America. Nelle aree più remote dell’Amazzonia infatti la scarsità del personale clericale ha indotto la parte progressista della Chiesa a chiedere di ammettere al sacerdozio anche gli uomini sposati. In particolare la proposta sottoposta dai vescovi era di “ordinare sacerdoti uomini idonei e riconosciuti della comunità, che abbiano un diaconato permanente fecondo e ricevano una formazione adeguata per il presbiterato, potendo avere una famiglia legittimamente costituita e stabile”.

A favore della proposta c’erano stati 128 voti mentre i contrari erano 41. La paura più grande dei conservatori sembra essere quella che la concessione fatta all’Amazzonia possa poi estendersi anche ad altre aree mettendo in discussione l’obbligo del celibato all’interno di tutta la Chiesa cattolica.

Nonostante sia stato un tema decisamente caldo del Sinodo, nel documento finale intitolato “Querida Amazonia” non si fa neanche esplicitamente riferimento alla questione. Era proprio il Papa a dover dire la sua e prendere una decisione in merito. Viste le tendenze progressiste dell’attuale pontefice la decisione conclusione è stata inaspettata. In alcuni passaggi del documento conclusivo il Papa sembra accennare indirettamente alla questione, quando “consiglia ai vescovi di pregare affinché ci siano maggiori vocazioni sacerdotali, e di inviare missionari nella regione”. Affermazione che sembra mettere in chiaro la sua posizione sul problema.

Il tema del celibato non è nuovo per la Chiesa cattolica. Da molti anni gli ambienti progressisti ritengono che sia un cambiamento necessario. Il cardinale Walter Kasper, che è in ottimi rapporti con Papa Francesco, aveva affermato: “Il celibato dei ministri ordinati ha un intimo rapporto con l’ordinazione, ma non è un dogma, non è una prassi immutabile. Io sono del tutto favorevole al celibato in quanto forma legata alla donazione totale di sé per la causa di Cristo. Ma ciò non esclude che, in situazioni particolari, anche degli sposati possano assumere il servizio sacerdotale”.

Si sono sempre espressi contrari al cambiamento invece il papa emerito Benedetto XVI e tutta la parte più conservatrice della Chiesa che per ora sembra aver vinto questa battaglia.