Veduta di Zugo, sede della Crypto AG

Un controverso caso di spionaggio ha coinvolto l’azienda elvetica Crypto che sarebbe stata per anni impiegata dai servizi segreti americani, e prima ancora quelli tedeschi, allo scopo di spiare oltre 100 paesi. Lo ha rivelato martedì il programma della televisione della Svizzera tedesca “Rundschau” raccontando come gli 007 americani e tedeschi si siano serviti negli anni dei dispositivi di criptaggio prodotti dall’azienda di Zugo. Azienda che ad un certo punto fu di proprietà proprio dei servizi segreti statunitensi.

“Abbiamo deciso di indagare sulla collaborazione fra la società Crypto AG e i servizi segreti stranieri” ha annunciato il presidente della delegazione delle Commissioni della gestione del Parlamento Alfred Heer. L’obiettivo principale di questa inchiesta sarà quello di stabilire se e quanto le autorità elvetiche sapessero dell’attività illecita della Crypto. L’Ufficio del Consiglio nazionale sta ancora valutando se istituire una commissione parlamentare d’inchiesta (CPI) per fare luce sul caso. La decisione definitiva su questo punto non arriverà prima del 2 marzo.

A richiedere la CPI il il gruppo socialista attraverso un’iniziativa parlamentare. Oltre a chiarire le responsabilità del Consiglio federale, il PS vorrebbe anche che si facesse luce sul ruolo che hanno avuto nella faccenda l’esercito, il Ministero pubblico della Confederazione, la Polizia federale ed altri organi federali.

“La situazione potrebbe diventare più delicata se si scoprisse che il palese abuso di fiducia da parte dell’azienda nei confronti dei governi che erano suoi clienti è stato commesso con la connivenza delle autorità elvetiche” ha dichiarato l’ex ambasciatore elvetico in Iran Tim Guldimann. “Le domande che si pongono sono prima di tutto di politica interna” ha aggiunto il diplomatico “Se il Consiglio federale non era al corrente di quanto accadeva, significa che i nostri servizi segreti, che ovviamente ne erano a conoscenza, hanno operato all’insaputa del governo. Se le autorità erano effettivamente a conoscenza fin dall’inizio degli anni Novanta, e questo è da presumere, si pone giustamente la questione del perché nessuno abbia fatto nulla. Non era nemmeno necessario rendere pubblico un intervento”.

Ad essere direttamente coinvolto nella faccenda anche un ex consigliere federale. In particolare è stato nominato in alcuni documenti della CIA l’ex ministro della difesa Kaspar Villiger che si è prontamente difeso dalle accuse. Ha parlato a suo favore anche l’ex consigliere federale Pascal Couchepin che ha dichiarato di fidarsi a priori di Villiger e di non ricordarsi che qualcuno abbia mai parlato di questo caso negli 11 anni in cui ha fatto parte del Consiglio federale.