CLAUDIO ZALI  “Cari referendisti, alzare la voce quanto volete ma vi è un’unica semplice verità di fatto: i posti di lavoro dei dipendenti LASA coloro la cui attività è legata allo scalo erano stati almeno temporaneamente salvati dalla politica cantonale e dalla Città di Lugano. Con l’approvazione dei relativi crediti LASA veniva infatti ricapitalizzata e otteneva, inoltre, la copertura dei previsti gestione dei prossimi difficili anni, ricevendo così il tempo e la tranquillità finanziaria necessari individuare e attuare le soluzioni volte ad assicurare un futuro duraturo a questa infrastruttura strategica per l’economia del Cantone.” (dal Mattino odierno)

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Lei ha detto “salvati”?   Non è bello mostrarsi pignoli, ma sul termine “salvati” bisogna pur dire una parola. “Salvati” perché la partitocrazia ha votato 10 milioni per un “progetto” inconsistente e senza futuro? È questa la salvezza? 10 milioni per procrastinare e “inventarsi il futuro” (l’espressione non è sua, appartiene a una politica ad alta visibilità)?

In questa situazione drammatica – mi riferisco agli ultimi mesi – quando la via verso il voto popolare (comunale e cantonale) era tracciata e ineluttabile, era lecito aspettarsi da voi una mossa, una buona notizia, una nuova proposta, uno spiraglio, un soprassalto, un “guizzo”. Niente. Ed era tutto nel vostro interesse. Niente.

“Noi abbiamo votato i 10 milioni, noi abbiamo salvato l’aeroporto”. Signor ministro, l’aeroporto non è affatto salvo (e neanche i 10 milioni, poiché su di essi si voterà). I posti di lavoro sono minacciati dai perfidi referendisti? No, mi creda, sono stati cancellati dalle compagnie che non volano più a Lugano.

I soldi pubblici si possono spendere?  Sì, lo abbiamo sempre fatto e continueremo a farlo in saecula saeculorum. Ma la spesa deve avere uno scopo e una plausibilità. Che non può e non deve essere il semplice tirare a campare.

Per finire.  Consigliere, si metta una mano sul cuore. Che cos’ha fatto la Partitocrazia (e ad essa allego anche il consiglio d’amministrazione di LASA, che ha l’identica composizione del Municipio, sarà senz’altro un caso) per guadagnarsi l’agognato Sì dell’elettore, luganese e ticinese?