Gli ultimi combattimenti nella zona siriana 
rimasta al di fuori del controllo del presidente siriano Bashar al-Assad, hanno determinato un grande esodo di massa di civili in cerca di sicurezza. Centinaia di migliaia di persone fuggite dalla provincia di Idlib nel nord-ovest,considerata l’ultima roccaforte ribelle della Siria, sono accampate nelle tende senza elettricità e senza riscaldamento vicino al confine turco con temperature sotto lo zero. Inoltre c’è scarsità di cibo e acqua, e alcune famiglie sono disposte sotto gli alberi senza nemmeno una tenda.

La situazione di questi civili al confine è drammatica. Ieri tre persone sono morte quando hanno cercato di accendere un fuoco all’interno della loro tenda per cercare di riparare dal freddo i loro bambini.

A causa della chiusura delle frontiere da parte della Turchia, sono oltre 700 mila le persone intrappolate al momento che vogliono cercare di arrivare in Europa. I soldati turchi stanno proteggendo il loro confine sparando sulle persone che cercano di saltare oltre il muro non consentendo più l’ingresso ad altri rifugiati.La Turchia ospita già 3,5 milioni di profughi siriani e afferma di non potersi  permettere di ospitarne altri.

Gli scontri tra le forze siriane vicine al presidente al-Assad e quelle turche si sono intensificate negli ultimi tempi come non mai in nove anni di guerra civile in Siria. Ankara ha inviato rinforzi per proteggere il suo confine e arginare lo spargimento di sangue causato dall’assalto del regime siriano appoggiato dalle forze aeree russe. Dopo l’attacco siriano che ha ucciso 13 militari turchi avvenuto nell’area alcuni giorni fa, la Turchia è pronta per un deciso intervento militare a fronte di ulteriori eventuali attacchi.

La Russia e la Turchia hanno buoni rapporti, ma non sono sempre d’accordo. Nonostante il parere contrario degli Stati Uniti che hanno minacciato pesanti sanzioni, la Turchia ha acquistato il potente sistema di difesa aerea S-400 di fabbricazione Russa, sebbene questi due paesi sostengano le parti opposte nel conflitto siriano. A detta del ministro degli Esteri turco, Mevlut Cavusoglu, le differenze di opinioni in Siria non devono influenzare le relazioni Turchia-Russia.  

L’unica cosa che accomuna tutti è la lotta contro il terrorismo islamico, ma ci sono delle contraddizioni.

A fine 2018, un’iniziativa congiunta appoggiata dalla Turchia dalla Russia per demilitarizzare la zona, aveva portato ad una tregua per istituire unarea cuscinetto nel settentrione della Siria al fine di proteggere i civili altrimenti destinati ad una catastrofe umanitaria. Ma il cessate il fuoco è stato interrotto da entrambi le parti. La Turchia appoggia i ribelli siriani che hanno l’obiettivo di eliminare la struttura politica del presidente Bashar al-Assad, mentre la Russia sostiene il governo di Damasco che vuole distruggere le milizie di al-Qaeda e rimpossessarsi dell’area nord. La Russia non vuole anche che il paese si sposti troppo a favore dell’occidente e soprattutto vuole mostrarsi ai regimi autoritari del Medio Oriente come un alleato più affidabile rispetto gli Stati Uniti.

Anche se la Turchia non sta aprendo il confine, le forze militare turche sono presenti nell’area settentrionaledella Siria scontrandosi frequentemente con l’esercito siriano per controllare non solo chi fugge dalla guerra ma anche isolare e dividere i gruppi estremistiLa Turchia è quella che rischia di più e il presidente Erdogan ha minacciato un intervento su larga scala se l’offensiva di Damasco non si dovesse fermare a breve. Offensiva siriana, che disposta a tutto pur di ottenere il controllo totale, ha sferrato nelle ultime settimane bombardamenti nelle aree altamente popolate e nelle infrastrutture civili tra cui ospedali e mercati, non curante della vita dei cittadini siriani.

Ora tutto sta diventando difficile per via della neve e della temperatura gelida che complica le missioni di salvataggio. La diplomazia internazionale osserva da anni il conflitto civile sembra aver dimenticato il popolo siriano che sta pagando a proprie spese una ridistribuzione dei ruoli nel nord siriano in una battaglia che include soprattutto la provincia di Idlib.

Forse lo Stato islamico è stato sconfitto ma la guerra in Siria continua e fino a quando il quadro non sarà chiaro, la tragedia del popolo siriano sarà un fatto quotidiano con sempre più persone costrette a viaggiare per ricevere cure.