INTERPELLANZA

 Se arrivasse in Ticino il 2019 n-CoV (coronavirus) che succederà nelle nostre dogane?

 Alla base dei recenti studi effettuati e pubblicati su prestigiose riviste di divulgazione medica, il ceppo di Coronavirus, sviluppatosi molto probabilmente dal mercato del pesce di Wuhan, Provincia di Hubei, Cina, e denominato dalla comunità scientifica internazionale con il nome di 2019 n-CoV, può essere trasmesso da persona a persona ed il principale fattore di contagio è lo spostamento delle persone affette da Coronavirus: per questo motivo i pazienti (o i sospetti pazienti) sono messi in quarantena.

Si è calcolato, spiega ancora l’infettivologo Massimo Galli, professore all’Università di Milano-Ospedale Sacco, «che per questi virus la distanza di sicurezza è 1 metro e 82 cm affinché le particelle emesse da colpi di tosse e starnuti non possano raggiungere l’altro». Non di meno si trasmette pure per via “aerea” (nell’aria)

I coronavirus umani si trasmettono da una persona infetta anche attraverso la saliva, tossendo e starnutendo; con contatti diretti personali (come toccare o stringere la mano e portarla alle mucose); toccando prima un oggetto o una superficie contaminati dal virus e poi portandosi le mani (non ancora lavate) sulla bocca, sul naso o sugli occhi (anche se questa trasmissione è più difficile).

È stato inoltre appurato che i coronavirus possono resistere sulle superfici a temperatura ambiente fino a 9 giorni ma è anche stato stabilito che questi virus muoiono nel giro di 1 minuto quando subiscono una normale disinfezione con: candeggina, acqua ossigenata, alcol.

immagine Pixabay

Il virus 2019 n-CoV, secondo uno studio di Lancet, potrebbe essere trasmesso anche da persone che, pur avendo già l’infezione, non mostrano di avere sintomi: sarebbe questo il caso del paziente ricoverato in Lombardia in questi giorni. Per questo è cruciale isolare i pazienti e mettere in quarantena tutti coloro che hanno avuto contatti con i malati. Non bisogna dunque tralasciare coloro detti “SUPER DIFFUSORI”, persone con un forte sistema immunitario che trasmettono il virus a soggetti più deboli e che non manifestano i sintomi.

Oramai appurato che anche nel Nord Italia è arrivato e non molto distante dal Ticino, quindi con la presente interpellanza chiedo al Consiglio di Stato:

  1. Ritiene opportuno iniziare a monitorare la situazione anche alle dogane ticinesi? Se si, vi sono i mezzi e personale per poter monitorare con apparecchi specialistici (temperatura corporea) gli utenti della strada che tutti i giorni entrano ed escono dai nostri confini? Se no, che altro tipo di controllo vien messo in campo per la prevenzione?
  2. Se ci fosse bisogno in caso d’emergenza sanitaria (visto la gravità dell’epidemia) nelle nostre dogane come si reagirebbe?
  3. Il Cantone ha contatti regolari con la comunità cinese in Ticino? Questo per capire se vi sono stati cittadini cinesi che durante le ferie del capodanno cinese sono partiti e rientrati a domicilio. Quali riscontri ci sono stati?

Tiziano Galeazzi, UDC