Ieri il presidente Donald Trump ha iniziato una visita ufficiale lampo in India. Accolto a braccia aperte dal premier Narendra Modi, il presidente degli Stati Uniti ha cominciato in grande stile annunciando che USA e India firmeranno un accordo commerciale dal valore di 3 miliardi di dollari per la compravendita di elicotteri miliari destinati all’esercito indiano.

Protetto da un cubo di vetro antiproiettile, Trump ha pronunciato il suo discorso di 27 minuti allo stadio Sardar Patel Gujarat Stadium di Ahmedabad, il più grande stadio di cricket del mondo che per l’occasione ha ospitato 100mila persone. “L’America ama l’India, l’America rispetta l’India e l’America sarà sempre fedele e leale amica del popolo indiano” ha dichiarato il presidente Trump, inneggiato dalla chiassosa folla che pare aver apprezzato particolarmente. L’India si è preparata a lungo e minuziosamente all’importante visita del tycoon. Un muro è stato eretto per nascondere agli ospitali vista di una baraccopoli, la città è stata ripulita e persino i fiumi sono stati rimessi a nuovo immettendo gigantesche quantità di acqua pulita per eliminare il forte odore che emanano.

Nonostante la spettacolarità dell’occasione tuttavia non sembra che ci siano stati significative conclusioni sul fronte delle relazioni bilaterali tra i due paesi. Trump ha sottolineato che questi sono i primi passi verso un accordo “incredibile”: “Sono ottimista sul fatto che lavorando insieme, il primo ministro ed io possiamo raggiungere un accordo fantastico che è buono e anche grande per entrambi i nostri Paesi. Tranne che per il fatto che Modi è un negoziatore molto tenace” ha commentato Trump.

Il presidente americano e sua moglie Melania hanno inoltre visitato il Taj Mahal, tappa obbligatoria che il tycoon vedeva per la prima volta. “È un luogo incredibile” ha commentato alla fine della visita.

Non sono mancate anche le proteste. La polizia ha dovuto usare dei gas lacrimogeni contro la folla scesa in piazza a Nuova Dehli per protestare contro la tanto ostacolata legge sulla cittadinanza, considerata  razzista nei confronti degli indiani di religione musulmana.