Siamo grati al dr. Tobiolo Gianella, membro del Consiglio d’amministrazione di Lugano Airport e candidato PLR al Consiglio comunale, per aver accettato la nostra proposta di intervista. Noi siamo amici di tutti coloro che espongono liberamente e coraggiosamente le loro ragioni (non è sempre facile) e siamo nemici di coloro che per pusillanimità tacciono.

Tobiolo Gianella ha ragione? Lo decida il lettore, e lo deciderà il popolo, chiamato alle urne in quel fatale 26 aprile.

Un’intervista di Francesco De Maria.

Nota. Alcune nostre personali riflessioni sul tema si potranno leggere nell’articolo dedicato alla conferenza stampa congiunta di Lega e UDC (ieri all’Olimpia).

* * *

Francesco De Maria  Ci parli della sua esperienza quale membro del CdA di LASA. Come ha vissuto questi anni più che difficili?

Tobiolo Gianella  È un’esperienza che dal 2013 vivo in maniera stimolante ed arricchente sotto diversi punti di vista. Negli anni passati abbiamo sicuramente avuto tempi migliori rispetto a questi. Penso al 2015 e al 2016 in cui abbiamo avuto un aumento notevole del traffico aereo sia in numero di passeggeri, sia di voli. Certamente l’abbandono di Swiss, che non si è neppure degnata di comunicarcelo in via ufficiale, è stato un colpo durissimo. Ma ormai è chiaro che a Zurigo non si decide più nulla, tutte le decisioni importanti vengono fatte a Francoforte da parte di Lufthansa. I disservizi per chi prende il treno per Zurigo Kloten sono all’ordine del giorno. Molti utenti si lamentano dell’inefficienza e dei ritardi del collegamento tra il Ticino e Kloten.

Insomma, manca un collegamento aereo tra la Svizzera italiana e Zurigo.

Lei crede che ci sia una sorta di accanimento “ideologico” in coloro che vogliono la chiusura dell’aeroporto?

Credo che i fatti lo abbiano dimostrato e lo dimostrano. Non ho mai visto tanto accanimento contro un servizio pubblico come quello nei confronti di LASA e dell’aeroporto. E onestamente tanta acredine non so da dove possa arrivare. Da quando è stata istituita la SA pubblica, LASA ha mantenuto e mantiene posti di lavoro importanti e qualificanti, ha garantito collegamenti aerei con il resto della Svizzera e dell’Europa, ha generato un gettito indiretto per molte aziende presenti sul territorio cantonale e ha permesso al settore dell’economia di far volare i suoi rappresentanti da e per Agno.

Certamente si può ripensare al ruolo dell’ente pubblico nella gestione di questo servizio. Sicuramente, ed il CdA ne è ben cosciente oltre che d’accordo, serve un’apertura ai privati. Ma questo discorso va fatto con serenità e intelligenza affinché si possa trovare la migliore soluzione possibile. Azionisti e CdA si devono sedere al tavolo e proporre soluzioni concrete e durature. Sono sicuro che entro la fine dell’anno troveremo una soluzione adeguata per tutte le parti coinvolte.

Chiaramente il referendum sta ritardando, per ovvie ragioni, questo discorso.

La risoluzione promossa da Lega e UDC e poi votata anche da PLR e PPD si fonda su un progetto realizzabile, capace di salvare l’aeroporto, rilanciandolo? O, al contrario, significa: non troviamo il coraggio di dire che abbiamo fallito?

LASA era già salva dopo l’approvazione dei relativi crediti in Gran Consiglio ed in Consiglio Comunale. LASA e l’aeroporto vanno salvati. L’aeroporto è, al pari di tanti altri servizi pubblici, uno strumento, tra l’altro, per favorire lo sviluppo economico del Cantone.

Il CdA ha un compito impegnativo, salvare i posti di lavoro diretti e indiretti e fare in modo che le attività aeroportuali possano continuare. Ricordo che ci sono molti altri servizi strettamente legati all’aeroporto: la scuola di volo AVILU, l’aero club, la REGA, Ruag-Dassault, altri servizi ed attività commerciali. Il CdA entro la fine del 2020 dovrà presentare una proposta di “passaggio di consegne” ai privati. Stiamo lavorando in tal senso anche se la spada di Damocle del referendum è presente.

Nessun privato investirà se vincesse il referendum proposto dalla sinistra e dai verdi. Di questo dobbiamo tutti esserne coscienti. La sinistra si è presa una bella responsabilità. E non capisco questa ostilità nei confronti di LASA e dell’aeroporto.

Ma sono convinto che il buon senso prevarrà e che la maggioranza del popolo ticinese voterà con intelligenza e coscienza cosi come ha fatto recentemente per le Officine di Bellinzona.

I voli di linea torneranno? A quali condizioni?

I voli di linea possono tornare a condizione che LASA venga salvata e il referendum venga respinto. Ed inoltre serve più flessibilità da parte dell’UFAC nell’autorizzare il cabotaggio (ossia la possibilità di espletare e gestire una rotta aerea che tocca due aeroporti svizzeri) da parte di compagnie aeree non svizzere.

Ogni giorno in Ticino entrano per lavoro 80’000 frontalieri ma l’UFAC non consente, in via eccezionale, che 1 compagnia europea possa espletare le tratte Lugano- Ginevra o Lugano-Zurigo. Trovo paradossale questa situazione.

Siamo comunque fiduciosi, come CdA, che alla fine prevarrà il buon senso e che una deroga possa essere concessa in proposito. Anche se i tempi stringono.

Lugano Airport dedicato alla sola aviazione generale. Per lei è un pensiero accettabile?

Con la cessazione dei voli di linea di Swiss già oggi è così. È un pensiero accettabile ma c’è da considerare che in questo caso gli effettivi di LASA dovranno gioco forza essere ridotti rispetto agli attuali 72 posti di lavoro. In caso di sola aviazione generale poi c’è da considerare che il solo azionariato pubblico non è più sostenibile e si dovrà cedere la gestione dell’aeroporto ad un partenariato misto pubblico privato o solamente privato.

In una situazione gravemente compromessa (giudizio mio, lei può obiettare) è ragionevole aumentare, e di molto, la partecipazione del Cantone? I ticinesi di Bellinzona e Locarno lo accetteranno in votazione?

L’azionista di riferimento al momento attuale è sempre la Città di Lugano. Il Parlamento cantonale ha per contro approvato il credito per il rilancio di LASA e di conseguenza l’aumento della partecipazione cantonale in LASA.

La situazione al momento è critica ma non compromessa. Credo che il resto del Cantone sosterrà l’aeroporto della Svizzera italiana, tanti ticinesi hanno usato l’aeroporto di Agno negli ultimi decenni e credo che ci sia sempre stata soddisfazione nel servizio offerto. La solidarietà tipica e caratteristica della nostra gente farà in modo che il referendum non passerà e che tutto il Ticino sosterrà l’aeroporto. Il mio è un appello e un augurio.

Un Cantone senza aeroporto e senza più aviazione sarebbe una perdita importante per il tessuto economico e sociale del Cantone e farebbe perdere posti di lavoro e gettito fiscale.

Secondo lei è realmente possibile (non intendo: ipotizzabile) un CdA che non sia Lega Lega Lega / PLR PLR / PPD / PS?

Domanda molto pertinente. Al momento le regole sono quelle che nei CdA delle SA in cui la Città di Lugano ha delle quote di partecipazione importanti i membri sono designati sulla base di scelte politiche e partitiche. Alcuni CdA sono di nomina dell’esecutivo ed altri di nomina del legislativo cittadino. Se si vogliono CdA di soli tecnici, a cui non sono contrario, allora questo discorso deve valere anche per tutte le altre SA pubbliche della Città di Lugano: AIL SA, AIL Servizi SA, TPL SA, ARL SA, eccetera. Facile sparare, in questo delicato momento, sul CdA di LASA. Ho letto e sentito di tutto e di più ultimamente. Sembrerebbe che in Ticino vi sia una presenza di esperti di aviazione come mai si era vista prima. Tanti credono che gestire una SA sia come bere un bicchier d’acqua senza minimamente conoscerne rischi e responsabilità.

Personalmente rifuggo da un certo modo di far politica e dagli attacchi personali che sono stati fatti nei confronti di noi membri del CdA.

Chiuda gli occhi e si immagini Lugano Airport tra 2 anni. Come sarà?

Mi auguro di cuore che l’aeroporto possa ancora esistere e che i voli di linea siano stati nel frattempo riattivati alfine di garantire un collegamento aereo tra il Ticino e il resto del nostro Paese.

Lugano è una città malata?

Lugano ed il Ticino si trovano confrontati con un mercato del lavoro sotto pressione. E come sappiamo se Lugano ha il raffreddore il resto del Cantone ha un po’ di influenza. Abbiamo dei salari del 20/30% più bassi rispetto al resto della Svizzera ma i costi sono gli stessi se non più alti. Diverse aziende che si sono insediate a Lugano o in Ticino assumono personale con stipendi inadeguati e che non rispecchiano il reale costo della vita in Ticino. Sono molti i casi di single o famiglie che fanno fatica ad arrivare a fine mese e a pagare la cassa malati.

Imposte di circolazione, cassa malati, spesa nei supermercati, sono tutti casi in cui i costi sono più alti rispetto al resto della Svizzera. E se consideriamo gli stipendi abbiamo che i residenti in Ticino hanno un potere d’acquisto notevolmente più basso. Non va bene. Cantone e Confederazione devono intervenire con misure immediate, energiche e concrete.

Serve ripensare agli accordi bilaterali, serve modificare immediatamente l’accordo dei frontalieri del 1974. Servono coraggio e tenacia. Serve un Ticino più svizzero nella mentalità, nel rispetto e nella dignità delle persone, nel riconoscere giuste retribuzioni per chi lavora. Si devono bloccare i furbetti che vengono in Ticino e in Svizzera a sfruttare il sistema sociale e fiscale creando aziende che alla prova dei fatti retribuiscono il personale con stipendi indecorosi.

Lugano è una città malata a causa della Lega? Il Sindaco (come ha detto Karin Valenzano) non è all’altezza?

Se il Sindaco non dovesse essere ritenuto all’altezza lo possono dire solamente gli elettori il 5 aprile prossimo. Questo vale, chiaramente, anche per noi Consiglieri comunali uscenti.

In che anno Lugano avrà un sindaco diverso da Marco Borradori?

Se avessi una sfera di cristallo le potrei sicuramente rispondere ma non avendola non posso darle una risposta.

Lugano è una città economicamente in crisi? Le banche licenziano, i negozi abbassano la saracinesca. Dobbiamo reagire. Ma come?

C’è sicuramente una forte pressione nel mercato del lavoro a causa, come dicevo sopra, di stipendi mediamente più bassi rispetto a qualche anno fa. Stipendi che rispecchiano il potere di acquisto delle persone e che poi si ripercuotono sullo stile di vita e sulla disponibilità a spendere. I commerci in generale ne risentono a Lugano e basta vedere quello che sta capitando al centro Città. Il settore bancario è in crisi da un po’ di anni e fa fatica a riprendersi. Occorrono serie riflessioni. Occorre pensare a garantire condizioni di lavoro interessanti per gli imprenditori ma occorre anche evitare che i furbetti che vogliono sfruttare il nostro sistema sociale e fiscale trovino terreno fertile.

Ci parli dell’USI, del suo stato attuale e del suo sviluppo, in particolare del nuovo campus. La medicina universitaria troverà spazio a Lugano?

Il nuovo campus dell’USI/Supsi è quasi pronto e prima dell’estate verrà inaugurato. L’USI cresce ed è in grado di integrarsi in maniera qualificante con il territorio.

Chiaramente la valenza internazionale dell’USI va sostenuta in quanto è proprio qui che si gioca il prestigio all’estero in un ateneo. La medicina universitaria troverà il suo spazio a Lugano se si concretizzerà al meglio il progetto Mizar, in cui saranno coinvolti attori pubblici e privati.

Come valuta la conclusione della tormentata vicenda del Cardiocentro? Tiziano Moccetti ha perso?

Valuto positivamente che si sia trovato un accordo tra le parti a beneficio degli utenti della sanità ticinese. Al Prof. Moccetti va riconosciuto il grande merito di aver creato un servizio medico fondamentale che in Ticino, prima di lui, non era presente. Non direi che ha perso. Anzi, ha contribuito a rafforzare il settore della cardiologia, della cardiochirurgia e della ricerca medica e scientifica in questi due settori. Se avessimo altre personalità come la sua il nostro Cantone sarebbe all’avanguardia in molti altri campi.

Del nuovo Polo congressuale (del quale sono un fautore) si parla da anni e anni… ma non succede mai niente! Sono un po’ deluso…

Stia tranquillo che il Polo congressuale vedrà presto la luce. Municipio e Consiglio comunale sono concordi su questo punto. Tutti i grandi progetti hanno i loro tempi di realizzazione anche se, è vero, a volte sono un po’ lunghi. Restiamo fiduciosi che al pari del Polo sportivo e degli eventi e di altri progetti importanti il Polo congressuale sarà presto realtà.

Il Municipio ha presentato un progetto per l’ex Macello, oggi occupato dai Molinari. È un buon progetto? Verrà realizzato? Coloro che “esigono” la partenza degli autonomi hanno una mentalità reazionaria, legata a un concetto superato di società?

In Consiglio comunale abbiamo espresso un voto molto chiaro in tal senso. Lo spazio dell’ex Macello va ridato a tutti i luganesi e non può più essere tenuto in ostaggio solo da un gruppetto di persone. Ai cosiddetti molinari va dato uno spazio alternativo e fuori dal centro abitato. Ma l’ex Macello deve tornare ad essere un luogo per tutti ed in cui la Città possa mettere in atto i progetti che ha in mente.

Come vede il ritorno dell’“Uomo del Monte” (mi permetto di celiare perché lo conosco bene) Fulvio Pelli quale candidato al CC? In un momento di debolezza e smarrimento l’esperto Pelli può indicare la via per vincere (o, almeno, limitare il danno)?

Risponderei congiuntamente a queste due domande.

Trovo interessante e stimolante che una personalità del suo calibro abbia voluto mettersi a disposizione per il CC di Lugano. Il PLR è comunque fatto di molte persone ed ognuna di esse ha particolarità importanti che permetteranno al Partito di ottenere un buon risultato in vista delle comunali di aprile. Questo discorso è valido per i candidati al Municipio e al CC. Ma è soprattutto valido per le tante persone che giorno dopo giorno investono tempo e risorse nel Partito e nel difendere i suoi ideali.

Ultima. Si faccia lei una domanda… che io non le ho fatto. E risponda.

Più che una domanda una considerazione. Auguro di cuore al nostro amato Canton Ticino di tornare ad essere parte importante del panorama politico svizzero, di guardare con più fiducia al Nord delle Alpi, di intrecciare maggiori relazioni con i nostri cittadini svizzero tedeschi e romandi. E di smetterla di scimmiottare i brutti modi, comportamenti e atteggiamenti della vicina penisola che non ci portano a nulla. Siamo liberi e svizzeri, questo è e sarà il motto dei Luganesi e dei Ticinesi!

Esclusiva di Ticinolive