Cannes 2016 – Foto wiki commons (Georges Biard) / https://creativecommons.org/licenses/by-sa/3.0/deed.en

È difficile non invidiare George Clooney. Non solo per la sua bravura di attore, bell’uomo, ma soprattutto per aver sposato una donna che non è solo bellissima. Nel suo caso, la battuta “è più intelligente che bella” non è un’offesa.

È più nota ormai per la sua bravura di avvocato che per essere la moglie di George.

Amal (Ramzi Alamuddin) è di origini libanesi, avvocatessa ed accademica, naturalizzata britannica. Nel 2014 si è sposata con Clooney, ma non ha abbandonato la sua brillante carriera. Al contrario è sempre più attiva nel difendere cause sociali, i commendevoli invece di qualche personaggio.

Venendo ai fatti, Amal qualche anno fa invitava gli italiani – e non solo – a boicottare le Maldive per le vacanze finché non fosse ritornata la democrazia. Seguì la causa contro il dittatore che aveva messo in carcere il suo predecessore. E l’ha vinta… Mohamed Nasheed, da lei difeso, ora è libero e siede in Parlamento e il dittatore è fuori gioco. Ci ha visto lungo e ha dato un grosso contributo alle Maldive.

Fra le cause che sostiene, inerenti a questa tematica, ce n’è una di grande rilevanza che riguarda un’etnia nel Myanmar di cui ebbi a scrivere qualche mese fa. Nessuno da noi ne parla: lontano dagli occhi, lontano dal cuore. Questa popolazione di religione mussulmana è sempre stata considerata nel paese buddista di maggioranza, una specie di isola non integrata. Qualche anno fa, nel 2017, la dittatura militare al governo del paese ha avviato un processo di violenze, stermini, uccisioni, stupri e via di seguito che ha costretto circa un milione di persone a scappare, non proprio bruscolini. I rohingya vivono ora in campi profughi che rischiano il collasso in Bangladesh, non esattamente in un paese che sta bene di suo.

Ironia della sorte, al governo del Myanmar siede un personaggio famoso, già premio Nobel che tutti ricordiamo per come fu discriminata dal regime, non la lasciarono nemmeno andare in Inghilterra per il funerale del marito, ed anche per il suo abbigliamento pittoresco da birmana: Aung San Suu Kyi.

Si ricorda che il paese che più si è battuto per la causa dei rohingya sono state le stesse Maldive insieme allo stato africano del Gambia. Quest’ultimo ha promosso una causa contro il Myanmar al Tribunale dell’Aja per la feroce repressione della minoranza musulmana. Nella causa all’Aja, Amal si trova quindi di fronte l’ex premio Nobel che sta tentando salti mortali per difendere i suoi colonnelli: sostiene che si tratti di questioni marginali verso le quali il suo paese sta investigando.

Intanto Amal ha vinto la causa in difesa di due reporters della Reuter, in carcere da oltre 500 giorni, per aver fatto ricerche sul trattamento dei rohingya. Ha messo a segno quindi un altro bel colpo. Non da ultimo, Amal ha difeso le Mauritius contro l’Inghilterra per le isole Chagos e per ora, sempre il Tribunale Onu dell’Aja, le ha dato ragione.

Amal combinata con la notorietà di Clooney è ovviamente molto nel mirino dei media. Si parla spesso di divorzio, naturalmente il prezzo della notorietà. Ma a dimostrazione che sono “fake news”, Amal è apparsa alle Canarie in splendida forma assieme a George ed i loro gemelli, dove tra l’altro George sta girando un film per Netflix “Good morning, midnight”.

Nel frattempo una tegola si è abbattuta su George, testimonial da parecchi anni di una nota marca di caffè. Il Nicaragua, paese d’origine della produzione del caffè, è accusato d’impiegare lavoro minorile. Un’altra causa per Amal, questa volta per difendere il suo George? Quello che è certo è che Amal dimostra ad ogni passo di essere straordinariamente efficace nella difesa dei deboli ed emarginati. Bella e con carattere…

Vittorio Volpi