Tutta la Regione Lombardia è finita in “Zona Rossa”, la seguono altre 11 province, cioè gran parte dell’Emilia e del Piemonte, nonché Pesaro e Urbino.

“Zona Rossa” è il termine coniato dal governo per estendere un duplice decreto con cinque articoli, che vietano gli spostamenti dalle province delle suddette zone, (sopratutto le uscite) prevedendo il “pugno duro” contro gli irresponsabili.

Le province colpite dall’altissimo numero di contagi sono quelle di Modena, Parma, Piacenza, Reggio Emilia, Pesaro e Urbino, Alessandria, Asti, Novara, Verbano Cusio Ossola, Vercelli, Padova.Treviso e Venezia.

Prolungata, nel frattempo, la chiusura scolastica di scuole e università, fino al 3 aprile 2020. Sospesi, in quest’atmosfera surreale apocalittica ma reale, ogni attività, le più disparate: funerali, funzioni religiose, (l’Angelus è stato trasmesso in Tv, per la prima volta nella storia recente), esami di guida, esami universitari, sedute di laurea, lezioni.

Continua così questa situazione che vede governatori delle regioni infette imporre un metro di distanza tra le persone, e la morte dei contatti sociali. O, forse, è soltanto il recupero.

Infatti, in sì tanta surrealista natura, quel che viene recuperato è la coscienza di sé, la capacità di stare soli con se stessi e di meditare. Forzatamente sì, e di sicuro preferivamo il contrario, ma si sa mai che sia un modo per rallentare la corsa frenetica del mondo.