Cari amici vi invito a prendervi il tempo di leggere con calma e senza polemiche questo scritto, non mio, ma di un esperto che può aiutare a capire le due strategie diverse di Cina e in parte Italia e Svizzera. Non esiste una strategia migliore di un’altra,ma quando scegli una strategia la devi seguire disciplinatamente. Tendiamo le nostre mani e uniamo gli sforzi, una cosa del genere non è davvero mai successa ma certamente ce la faremo. Avanti sempre con fiducia.

Ci sono due strategie di salute pubblica per arginare le malattie infettive. Possono essere ben esemplificate dalla metafora del gregge.

1) La strategia dello – chiamiamolo così – sradicamento: consiste nell’identificare la pecora nera che potrebbe infettare le altre e isolarla in modo che la malattia non si propaghi. Qui si evita che la malattia si diffonda. Questa è la strategia usata dalla Cina. Per poterla usare ci vogliono alcune condizioni: un’autorità forte, un sistema di sanzioni, un controllo capillare, etc. etc. La Cina sembra avercela fatta, ma non dimenticate che è un regime dittatoriale. L’Italia sta provando ad usare lo stesso metodo ma fatica ad applicarlo, come abbiamo visto.

2) Vi è poi la strategia dell’immunità di gregge. Consiste nel permettere che la malattia si diffonda governandone la propagazione. Qui le cose importanti sono due: fare attenzione a che il contagio non raggiunga le categorie a rischio, da qui il divieto di contatti con le persone a rischio, e fare in modo che non vada troppo veloce per evitare di mandare il sistema sanitario in sofferenza.

Qui si vuole che la malattia si diffonda, anzi, più si diffonde e meglio è. Però- ripeto – a due condizioni: che si diffonda tra le persone non vulnerabili e che si diffonda secondo un ritmo gestibile per il sistema sanitario. Perché si vuole che si diffonda? Perché più persone guarite ci sono, e più il gruppo diventa immune, cioè la malattia non trova più persone a cui appiccicarsi. In questo modo i vulnerabili sono anch’essi protetti. Lo scopo, in questo caso, è raggiungere un alto numero di contagiati/guariti affinché cominci ad esserci un effetto protettivo grazie al gruppo; tenete presente che probabilmente molti di noi l’hanno già fatta senza rendersene conto e sono già immuni.

Ora, la Svizzera ha adottato questa seconda strategia. Se ascoltate tutte le conferenze stampa di Merlani, è detto chiaramente. Ieri sera in particolar modo. Perché la Svizzera ha scelto questa strategia? Suppongo perché i dati dicono che la malattia è generalmente blanda nelle categorie non a rischio, che se arrivassero complicazioni queste possono essere gestite dal sistema sanitario (se non è sovraccarico), e che al punto in cui siamo mondialmente è forse impossibile sradicare il virus totalmente. Bisogna “addomesticarlo”. Le misure emanate servono dunque a rallentare il contagio (per evitare che il sistema sanitario vada in sofferenza) e a proteggere le persone vulnerabili.

Ora, io non so quale sia la strategia migliore, però è importante capire la logica dietro le scelte fatte. Non siamo in mano ad incompetenti, a ottusi burocrati o a furbacchioni che agiscono mossi da chissà quali inconfessabili logiche. Spero questo possa essere di aiuto.

Ultima aggiunta: questo non significa saltellare qua e là per diffondere la malattia. Bisogna rallentare il contagio e tutti devono fare la loro parte. Quindi igiene, social distancing, evitare assembramenti…

Paolo Beltraminelli