LORENZO QUADRI  È poi chiaro che l’annullamento delle elezioni implica anche l’annullamento della votazione sull’aeroporto di Lugano prevista il 26 aprile. Di conseguenza, grazie alla decisione del governicchio, l’aeroporto può dirsi chiuso e fallito già da mercoledì. A meno che i $inistrati decidano di ritirare i loro referendum.

Al direttore del Mattino, che compie 30 anni (e che anni!) risponde il massimo esperto dell’aeroporto (sul versante della sinistra).

MARTINO ROSSI  Facciamola breve, perché il tema dell’aeroporto non interessa più nessuno. L’inqualificabile Mattino della domenica ingiunge ai promotori del referendum contro il finanziamento pubblico all’aeroporto di ritirarlo. Ma è mai possibile che il direttore di tale settimanale – consigliere nazionale e municipale di Lugano – non sappia cosa recita, senza possibilità di equivoci, l’Art. 113, cpv. 3, della Legge sull’esercizio dei diritti politici? “Non è ammesso il ritiro della domanda di referendum”. Punto a capo. Chiaro o ci vuole un disegno?

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A questo punto anch’io dico la mia.

1) La richiesta di Quadri è assolutamente fuori luogo. I primi che dovrebbero desiderare il voto sono i fautori di Lugano Airport. Non penseranno che si possa andare avanti così all’infinito?

2) Il voto popolare è la strada maestra. Se la ricapitalizzazione/rilancio vincerà i fautori di Lugano airport saranno legittimati e nessuno avrà più niente da dire. Come disse Tiziano concionando al Capannone: “Vox populi vox Dei, il latino lo sappiamo anche noi!”. Ma non si trattava di aerei, lui era lì per il Cardio.

3) La LASA fallirà mercoledì? Questa ha tutta l’aria di una balla. È chiaro che il Municipio – facendo leva, ora più che mai, su uno stato d’eccezione – è in grado di iniettare nelle casse della società il denaro sufficiente a evitare il fallimento immediato.

4) Dunque si voterà e se sarà in autunno, va bene anche così.

5) Per finire, Martino, ti voglio dire una cosa. Il Mattino sarà anche “inqualificabile” ma ti assicuro che, se non fosse esistito, la nostra vita oggi sarebbe diversa.

Post scriptum. Non dimentico quella domenica 18 marzo 1990. Alla stazione (io abito nei paraggi) m’imbatto (per puro caso) nel noto e quotato giornalista Enrico Morresi. Ci salutiamo e mi fa “sai dove si prende il nuovo giornale?”