20091101 - ROMA - CRO : CARCERI: SUICIDIO BLEFARI, IMPICCATA IERI SERA CON LENZUOLA. Un interno del carcere di Rebibbia, a Roma, in un'immagine d'archivio. La neo brigatista Diana Blefari Melazzi, condannata all'ergastolo per l'omicidio del giuslavorista Marco Biagi, si e' impiccata ieri sera, attorno alle 22:30, utilizzando lenzuola tagliate e annodate. La donna - secondo quanto si e' appreso - era in cella da sola, detenuta nel reparto isolamento del carcere Rebibbia femminile. Ad accorgersi quasi subito dell'accaduto sono stati gli agenti di polizia penitenziaria che - si e' inoltre appreso - avrebbero sciolto con difficolta' i nodi delle lenzuola con cui la neo brigatista si e' impiccata in cella e avrebbero provato a rianimarla senza pero' riuscirvi. ANSA / ALESSANDRO DI MEO / ARCHIVIO / PAL

L’emergenza coronavirus ha sbarcato oltreoceano già da un po’ e gli Stati Uniti devono affrontare le conseguenze della nuova pandemia, prendendo le giuste misure. Proprio per timore di una maggiore diffusione del virus, alcuni stati americani hanno deciso di svuotare parzialmente penitenziari rilasciando numerosi detenuti. A beneficiare dell’iniziativa coloro che hanno commesso reati minori oppure persone anziane e già malate. Tra gli stati che hanno adottato questa misura figurano il New Jersey, la California, lo stato di New York, Ohio e Texas.

La decisione è stata presa in quanto le carceri rischiano di diventare dei veri e propri focolai di Covid-19 in quanto quasi tutte le strutture sono sovraffollate. Spesso due o anche tre detenuti condividono la stessa cella modeste dimensioni rendendo impossibile mantenere la distanza di sicurezza per evitare il contagio. Inoltre è emerso anche il problema della scarsità del sapone che rende molto difficile mantenere a norma l’igiene. Le soluzioni disinfettanti a base di alcool invece sono proibite nelle strutture. Molti dei prigionieri appartengono a gruppi a rischio, come per esempio gli ultra 55enni. Metterli in sicurezza isolando gli individui ammalati sarebbe un’impresa quasi impossibile in un penitenziario.

A causa di tutti questi motivi gli esperti hanno espresso la loro preoccupazione riguardo alla situazione dei carcerati statunitensi. “Avranno il personale, le attrezzature e i servizi adeguati per curare le persone? E se non ce li hanno, manderanno quelle persone in ospedale o dove potranno ottenere un’adeguata assistenza sanitaria?” queste sono le domande che si è posto il consulente del carcere di New York Steve J. Martin.

L’obiettivo dunque è quello di creare le condizioni più favorevoli possibile per contenere un eventuale contagio all’interno delle strutture. Le carceri che non stanno rilasciando detenuti stanno comunque prendendo delle precauzioni vietando l’ingresso ai visitatori. Queste misure potrebbero generare malcontenti e disordini come già accaduto in altri paese. Intanto il giudice amministrativo presso la Corte di Stato dell’Ohio Brendan Shihan ha voluto precisare: “Non stiamo spalancando le porte e non permetteremo ai carcerati di andarsene. Siamo alla ricerca di criminali non pericolosi che hanno commesso reati minori e stanno prendendo in considerazione casi in una prigione ad alto rischio”.