Mancano tre giorni a Pasqua, il tempo è splendido, il Gottardo non si può chiudere (lo vieta la legge), il san Bernardino nemmeno, i confederati non hanno la percezione. Che fare?

Il vulcanico Fiorenzo Dadò, uomo  politico, granconsigliere, presidente del  PPD e valmaggese doc, passa all’azione nello stile ultra-provocatorio di Oliviero Toscani (ricordate  la celeberrima “morte di un malato di AIDS”, un capolavoro del suo genere?) e fa affiggere due inquietanti manifesti ad Avegno.

Questo è il suo messaggio in forma integrale.

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(com)  Le misure introdotte dal Consiglio di Stato il 19 marzo hanno portato alla chiusura di tutte le attività non essenziali e hanno richiesto la collaborazione e il sacrificio della stragrande maggioranza dei cittadini ticinesi che si sono impegnati a stare a casa. Grazie a questi sforzi, un primo timido risultato di miglioramento è finalmente giunto. Tuttavia i toni trionfalistici da “campioni” del mondo utilizzati durante la conferenza stampa di qualche giorno fa, proprio nell’imminenza delle ferie pasquali, sono stati verosimilmente travisati da molte persone anche oltre Gottardo e oggi non aiutano certo a tenere le briglie ferme, proprio nel momento più delicato. Questa interpretazione dai toni vittoriosi non può e non deve rappresentare la scusa per abbassare la guardia e farci credere che tutto si risolverà in fretta, come invece sembrano già pensare troppe persone. Al contrario, come riferito ancora in questi giorni dagli scienziati esperti, senza una riconferma rigorosa delle misure di restrizione intraprese, in primis il mantenimento delle distanze sociali accresciute, la curva dei contagi tornerà a salire, con tutti i gravi e facilmente immaginabili problemi che ciò comporterà in particolare per gli ospedali e il personale sanitario.

Esodo pasquale da paura?

Nonostante i numerosi appelli, si teme l’arrivo in Ticino di numerosi villeggianti proprietari di case secondarie o a bordo dei propri camper. Diversi Comuni ticinesi, in particolare delle valli o delle zone turistiche, hanno scritto una lettera indirizzata ai proprietari di case secondarie per suggerire di non venire in vacanza, chiedendo un po’ di comprensione. Tuttavia, dalle testimonianze di chi vive in questi luoghi e da un’osservazione della realtà, si nota che tutto ciò non è bastato e i primi turisti sono già arrivati. Le case secondarie nel nostro Cantone si stanno riempiendo, di svizzeri tedeschi, ma anche di ticinesi e iniziano a circolare i primi camper.

L’assenza di un intervento incisivo e perentorio da parte della Confederazione, quale ad esempio il divieto di transito, oppure anche solo il divieto di affittare appartamenti e case di vacanza (come purtroppo sta avvenendo in Ticino) e di occupare le proprie abitazioni secondarie, ha di fatto reso vani buona parte di questi sforzi. Il tutto sarà ulteriormente aggravato dalle ottime previsioni meteo annunciate. E’ illusorio credere, per quanto lodevole, che l’appostamento a solo scopo informativo della polizia sul Gottardo e sul San Bernardino potrà realmente bloccare questo esodo.

Come abbiamo potuto appurare attraverso più testimonianze dirette, Oltralpe la percezione dell’emergenza non c’è, perlomeno non nei modi e nei termini nostri. C’è quindi la forte preoccupazione che i nostri concittadini svizzeri, una volta giunti in Ticino, assumeranno un comportamento disinvolto e non adeguato. Questo non può essere accettato.

Il rischio del contagio e dell’intasamento delle strutture sanitarie rimane serio. Che fare?

Il problema drammatico del Covid-19 c’è, esiste e non è affatto risolto, basta leggere i necrologi che affollano le ultime pagine dei giornali! A questo punto, dato che il Consiglio Federale non ha saputo intervenire in modo deciso, non ci resta che tentare di sensibilizzare la popolazione e i vacanzieri, attraverso messaggi forti e immagini anche crude, ma reali, che inducano perlomeno le persone a fare qualche riflessione e a starsene appartate in famiglia evitando di andare in giro a zonzo in gruppetti di dieci alla volta, rischiando anche di farsi male e dover chiedere l’intervento dei soccorsi.

Pertanto in questi giorni ho fatto preparare personalmente questi striscioni in grande formato (foto) per un’accoglienza responsabile dei visitatori che, nostro malgrado, raggiungeranno il Ticino e la nostra valle.

Dispiace dover usare toni e immagini così forti e dolorose per far riflettere sul risvolto drammatico che possono avere i nostri comportamenti irresponsabili, ma molta gente, purtroppo, sta attenta e a casa solo se ha paura di ammalarsi, finire all’ospedale e addirittura morire.

In Valle Maggia ci difendiamo come possiamo, dovrebbero farlo anche gli abitanti delle altre zone turistiche del Cantone.

Fiorenzo Dadò, granconsigliere, Cevio

Nelle foto: due striscioni giganti posati ad Avegno, all’imbocco della strada che porta in Valle Maggia, raffiguranti un paziente affetto da Covid 19 in cure intense e il monito bilingue:

Vuoi fare la stessa fine? #Iorestoacasa / Möchtest du so enden? #wirbleibenzuhause