Da oltre Gottardo regna l’indifferenza e la maleducazione! (titolo originale)

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Riceviamo e pubblichiamo questo pungente articolo, che interpreta il tema dominante del giorno. Da parte nostra teniamo tuttavia a dichiarare di non avere nulla contro i confederati di lingua tedesca (comunemente detti züchìn). Abbiamo l’impressione che – pur spinti dalle più lodevoli intenzioni – alcuni stiano esagerando (in particolare ad Avegno).

Sembra che il pressante appello a non venire a sud sia stato ampiamente accolto.

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Mettiamo che un giorno la Svizzera fosse travolta da una malattia letale, molto contagiosa che però rimane principalmente confinata alla parte tedesca del paese. In pratica Alpi e röstigraben fungerebbero da filtro. Per farla breve, in Svizzera tedesca si muore, nel resto della nazione un po’ meno. Mettiamo che questa epidemia (magari anche una pandemia) capitasse a cavallo del periodo in cui i ticinesi vanno allo zoo di Zurigo, al Museo dei trasporti di Lucerna, sulla Jungfrau, al Ballenberg o a fare le gitarelle sul lago dei 4 cantoni. Mettiamo anche che Berna avesse chiesto in tutte le lingue, anche in dialetto ticinese, ai romandi e ai ticinesi di evitare le gite fuori porta e di restarsene a casa. Mettiamo che quegli indisciplinati dei sudalpini non gliene fregasse granché e continuassero a varcare le Alpi per farsi i cavoli propri, in barba alla salute degli zucchini. Se tutto questo fosse accaduto mi viene da chiedermi se per caso sotto la cupola federale non avrebbero previsto di punire i menefreghisti, anche perché da Zurigo, Lucerna, Argovia, Zugo e parenti belli ne avrebbero dette di ogni contro i ticinesi, avrebbero minacciato rappresaglie economiche, avrebbero inventato qualche simpatica azione punitiva nei nostri confronti. Sicuramente ci avrebbero aumentato in modo esponenziale i premi di cassa malati perché sarebbe colpa nostra di tutto, per principio. Ma siccome il virus ce l’abbiamo noi, a diventar matti sono i nostri ospedali, a morire sono i ticinesi allora se anche i balivi se ne vengono in Ticino a passare la Pasqua, a ingolfare i nostri negozi, a farsi male passeggiando come zombi sui nostri sentieri per poi finire nei nostri ospedali già sotto pressione, allora tutto va bene. Fermiamoli a Göschenen , spieghiamogli che dovrebbero tornarsene indietro e quando ci dicono che loro vanno dove cavolo vogliono li ringraziamo e gli auguriamo buon viaggio. Balivi erano e balivi sono rimasti. Irrispettosi di noi, dei nostri morti, di chi ogni giorno lavora in silenzio per salvare vite. Siamo noi a insegnare come ci si comporta al resto della Svizzera questa volta, c’è poco da guardarci dall’alto in basso, cari signori. Tornatevene da dove siete venuti: ci date solo fastidio!

Massimiliano Robbiani, deputato Lega dei Ticinesi