Il Direttore Generale del Pio Albergo Tivulzio, Giuseppe Calicchio è stato indagato per le oltre cento morti sospette tra gli anziani ospiti della casa di riposo milanese.

Le accuse sono gravissime: epidemia colposa e omicidio colposo per le morti sospette all’interno della struttura, nelle settimane flagellate dall’emergenza Coronavirus.

Oltre 100 le morti su cui la procura starebbe indagando, tutte avvenute durante lo scoppio dell’epidemia. Il Direttore del Trivulzio comunica attraverso il suo avvocato, Vinicio Nardo, di aver preso atto delle accuse ma di essere disponibile a rispondere ai media per qualsiasi chiarimento.

Secondo alcuni filmati il 9 marzo gli infermieri giravano ancora senza mascherina. Le indagini sarebbero partite per esortazione dei parenti, che lamentavano il mancato rispetto delle procedure di sicurezza e dei dispositivi da utilizzare per evitare il contagio del COVID19,

Poco dopo la visita dei Nas, in attesa del responso, il direttore generale Calicchio si è presentato accompagnato dal proprio legale, per molti un gesto che ha dimostrato il suo “voler mettere le mani avanti”. Anche la documentazione clinica presentata da Clicchio è stata ritenuta insufficiente.

Gad Lerner scrive su Repubblica che gli uffici del Trivulzio avevano inviato al giornale una diffida, dimostratasi però priva di fondamento, che il giornalista chiama “un maldestro tentativo di intimidazione”:

Spuntano poi degli audio assai compromettenti, tra gli infermieri della struttura, che avrebbero confermato di nascondere le malattie respiratorie degli anziani ricoverati, dicendo esplicitamente che tac e radiografie erano nascoste, e preoccupandosi palesemente del futuro censimento dei decessi.

Ora, tra lo strazio dei parenti, emerge una verità sconcertante: manomissioni, confessioni sconvolgenti tra infermieri, e un direttore indagato.