da Opinione Liberale, per gentile concessione

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In queste ultime settimane di passione l’on. Vitta, nella sua qualità di presidente del consiglio di Stato, ha avuto una presenza molto marcata sulla scena cantonale, dando voce all’autorità del governo.

Benché la crisi non sia ancora superata, Vitta guarda già al futuro.

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  La crisi ha cambiato le nostre vite. Come la pandemia ha cambiato la sua?

Christian Vitta  L’impatto è stato notevole. Da una parte, come tutti i cittadini, anche io ho dovuto adattare la mia quotidianità, le mie abitudini e i miei comportamenti alle necessità dettate dal nuovo contesto. Ciò ha richiesto anche nuovi modi di interagire, di comunicare e di lavorare, grazie anche all’aiuto dei nuovi strumenti tecnologici. D’altra parte, la gestione dell’emergenza sta assorbendo gran parte del mio tempo e delle mie energie. L’evoluzione anticipata del virus nel nostro Cantone rispetto al resto della Svizzera richiede sforzi considerevoli, perché le risposte devono essere rapide e tempestive.

Lei è il presidente dei ticinesi che hanno dato e stanno dando prova di grande solidarietà: qual è il suo sentimento?

Provo un sentimento di grande gratitudine e di orgoglio per la solidarietà, la coesione, l’unione e la vicinanza dimostrati dai cittadini del nostro Cantone in queste settimane. Si tratta di valori molto importanti, che ci permettono di affrontare meglio questo difficile momento e di superarlo insieme. Ed è anche grazie a questa unità d’intenti che siamo riusciti a far comprendere a Berna le particolarità e le necessità del nostro Cantone.

Il Ticino ha dovuto adottare tempestivamente misure per tenere sotto controllo la rapida diffusione del virus. Quanto è stato importante il poter contare su un consigliere federale ticinese?

Il sostegno del nostro consigliere federale al Ticino e alle decisioni adottate è sicuramente stato d’aiuto. Per noi è fondamentale che la nostra realtà sia stata compresa dalle autorità federali e che i nostri cittadini e le nostre aziende possano beneficiare degli stessi aiuti delle altre realtà svizzere. Si trattava, in fondo, di assicurare la necessaria equità e parità di trattamento, nel segno di quello spirito solidale che da sempre caratterizza il nostro Paese e il nostro sistema federale.

La crisi ha richiesto misure urgenti anche per l’economia: quali saranno i prossimi passi?

In queste settimane lo Stato è intervenuto in maniera importante a sostegno delle aziende, dei lavoratori e dei cittadini in difficoltà, in particolare con delle misure che permettono di far fronte a problemi di liquidità. Solamente nel nostro Cantone l’ente pubblico assicurerà presto oltre un miliardo di franchi all’economia privata. Nella seconda fase dovremo invece intervenire in maniera strutturale a favore del rilancio del nostro Cantone, con misure mirate ai settori più penalizzati dalla crisi. Per questo sarà a breve operativo un gruppo di lavoro che coinvolgerà gli specialisti, il mondo economico, sindacale e politico allo scopo di confrontarsi su un programma di rilancio del Paese.

La prima cosa che farà una volta usciti dalla crisi?

In questo momento le mie energie sono concentrate nel fronteggiare l’emergenza e nel preparare la fase di rilancio del nostro Cantone. È inoltre difficile prevedere quando questa situazione sarà finita. Il ritorno alla normalità sarà comunque graduale e limitato nei comportamenti per continuare a garantire la necessaria tutela della propria persona e della popolazione.