Nella conferenza stampa di ieri il Consiglio federale ha annunciato i prossimi passi da intraprendere per uscire dalla crisi causata dalla pandemia. In particolare saranno 3 le tappe che nei prossimi due mesi scandiranno quello che è un cauto ritorno ad una relativa normalità. “La transizione ha inizio” ha annunciato Alain Berset e ha aggiunto: “Se ora possiamo compiere questo passo è perché le misure adottate sono state rispettate. Ma non dimentichiamo di continuare a mantenere le distanze e di rispettare le norme igieniche”.

La prima tappa, fissata al prossimo 27 aprile, prevede la riapertura dei parrucchieri, saloni per massaggi e centri estetici. Ma non solo, a tirare un sospiro di sollievo anche i negozi del fai da te, del giardinaggio e di fiori. Questo a patto che siano in grado di garantire il giusto livello di protezione sia per i clienti che per i dipendenti. Atteso e finalmente arrivato anche il via libera per gli ospedali che a partire da fine mese potranno tornare ad occuparsi di trattamenti ambulatoriali e interventi non urgenti.

La seconda tappa giungerà l’11 maggio che riaprirà i battenti delle scuole obbligatorie e di tutti gli altri negozi.

Infine, dall’8 giugno in poi si prevede la riapertura delle scuole post-obbligatorie e delle università, ma anche musei, zoo e biblioteche.”Le prime due tappe saranno messe in atto senza la possibilità di effettuare un vero e proprio monitoraggio, ma poi sarà assolutamente necessario analizzare la situazione e le conseguenze delle riaperture” ha precisato Berset.

Non è chiara ancora la situazione riguardante i ristoranti e bar: “La ristorazione è un settore complicato. Dobbiamo ancora studiare delle soluzioni” ha dichiarato il delegato dell’Ufficio federale della sanità pubblica Daniel Koch. Intanto però il presidente di GastroTicino Massimo Suter appare disperato e si sfoga in un post su Facebook: “Le nuove misure che riguardano l’economia a livello federale mettono in serio pericolo la sopravvivenza della ristorazione, segnatamente e soprattutto nel nostro cantone. Drammatico che non si abbia nemmeno un orizzonte temporale di quando sia prevista, seppur con le limitazioni del caso, la riapertura”.

Insomma allentare la presa sì, ma senza perdere di vista il pericolo che è tutt’altro che alle spalle. Le autorità ora stanno eseguendo un complesso esercizio di equilibrismo, tentando di ripristinare per quanto possibile la normalità prima che i danni economici siano irreparabili ma senza compromettere i progressi fatti finora.