L’articolo dell’amico Orio contiene alcune punzecchiature rivolte al Corriere del Ticino che, a onor del vero, l’ha sempre ampiamente pubblicato. Questo pezzo è apparso ieri sul Mattino, che egli vede come una “Radio Londra” che si ascolta di notte e il cui ascolto è punito con la pena di morte.

Orio se la prende e si inquieta ma io dico: il potere mediatico del Potere è comunque dominante, qualunque cosa accada. Importante è che esistano (pur modesti) spazi alternativi.

* * *

Foto Wiki commons (Imperial War Museum) – Radio Londra, novembre 1941

Non avrei mai pensato che Il Mattino della Domenica potesse assumere il ruolo, almeno per quel che mi riguarda, che fu di “Radio Londra” per la libertà di parola durante l’ultima Guerra Mondiale. Ma tant’è. Cerchiamo di far tesoro di ciò che ci rimane per esprimere qualche idea ancora in libertà in mezzo a questa pandemia. Con un virus – il “corona” – che non vorrei si trasformasse però in un ancor più virale cervellovirus. Un virus per farci magari lobotomizzare da qualcuno quel po’ che ancora ci rimane dell’analogico cervello.

Il Corriere del Ticino di mercoledì 15 aprile usava un’intera pagina per cercare di analizzare il “caso Lombardia”.

Con la Regione che a livello mondiale presenta il massimo numero di contagiati da questo dannato virus. E la faccenda presenta, soprattutto per noi ticinesi confinanti con quest’area metropolitana, un grande interesse. Anche perché ci si chiede come mai a livello svizzero noi ticinesi siamo i più colpiti dal COVID–19.

Ricordo che al sorgere nel nostro cantone dei primi casi di questa pandemia, qualcuno – visto ciò che si stava mettendo in pratica in Lombardia (“cinture rosse”) – propose di bloccare le frontiere con la vicina Italia. Il dottor professor Franco Cavalli, mondialmente conosciuto come grande esperto di oncologia – ma non di epidemie! – di fronte a questa ipotesi insorse per primo gridando allo scandalo. Ora lo stesso prof. compagno Franco sta proponendo urbi et orbi rimedi per il dopo…!!!

Ma ritorniamo al “Corrierino” (che ormai sembra vivere solo grazie agli annunci dei morti!) che il 15 aprile scorso formulava 5 ipotesi.

Omettendone però secondo me almeno due. La prima (vedi anche RAI 3 Report del 13 aprile): l’impressionante inquinamento, soprattutto atmosferico, prodotto dai maxi allevamenti di maiali esistenti proprio nel triangolo Brescia-Bergamo- Milano. Emananti particelle volatili che sarebbero un ideale veicolo per la diffusione del virus.

La seconda: l’esistenza soprattutto nell’area metropolitana di un numero sempre crescente di antenne 5G, con tutto ciò che ne consegue. Orbene, si tratta solo di due indizi che andrebbero sottoposti a verifiche accurate da parte di autorevoli e indipendenti esperti. Indizi che però sommati ai cinque che elenca il giornale dei Soldati affidato a capitan Pontiggia, fornirebbero forse qualche prova. Io non ho alcuna competenza in materia. Cerco solo di tener aperti occhi e orecchie. E, nel limite del possibile di far funzionare ancora le meningi. Visto anche il casotto–virus che circola pure tra gli scienziati «esperti»…

ORIO GALLI