«Cittadini, lavoratori! Sciopero generale contro l’occupazione tedesca, contro la guerra fascista, per la salvezza delle nostre terre, delle nostre case, delle nostre officine. Come a Genova e a Torino, ponete i tedeschi di fronte al dilemma: arrendersi o perire.»

Le parole del partigiano Sandro Pertini vibravano ai microfoni di Milano, quella mattina del 25 aprile del 1945, 78 anni fa.

Pertini presiedeva il Comitato di Liberazione Nazionale Alta Italia, che aveva sede, appunto, a Milano, e che proclamò, quel giorno, l’insurrezione generale, esortando tutte le forze partigiane ad attaccare i presidi fascisti e tedeschi, imponendo loro la resa, nell’attesa dell’arrivo delle Forze Alleate angloamericane.

Contestualmente, si decretò la condanna a morte di tutti i gerarchi fascisti, tra cui Mussolini, che venne preso e fucilato tre giorni dopo e, il 29, esposto a Piazzale Loreto, assieme a Claretta Petacci.

Un’anziana italiana bacia, ringraziandolo, un liberatore angloamericano

Un anno dopo, il Presidente del Consiglio Alcide de Gasperi propose a Re Umberto II di proclamare Festa Nazionale il 25 aprile, festa che venne poi istituzionalizzata nel ’49.

La guerra di liberazione Italiana fu lunga e sanguinosa e, anche, per alcuni paradossale: tra i comandanti della liberazione vi furono anche Raffaele Cadorna, figlio di Luigi Cadorna (Caporetto), il cui nome, odiato dalle famiglie dei soldati decimati, era stato onorato dal fascismo, e lo stesso Umberto di Savoia.

Gli americani Eisenhower e Mark Clarck e l’inglese Harold Alexander, a sostegno di monarchici e partigiani (badogliani e garibaldini) combatterono contro i nazisti Albert Kesserlring e Karl Wolff, quest’ultimi invece a sostegno di Mussolini, Graziani e altri gerarchi fascisti.

Il ruolo centrale degli Alleati per la cacciata dei tedeschi dall’Italia fu coadiuvato dalle brigate partigiane, mentre la Repubblica di Salò, costituita da Mussolini, liberato dai tedeschi sul Gran Sasso, fu l’ultimo baluardo fascista.

L’occupazione tedesca era iniziata l’8 settembre del 1943, ed era stata chiamata “Operazione Alarico”, dal nome del truce goto che aveva invaso e saccheggiato Roma nel 410 d C. E “gotica” era appunto la linea costruita dall’esercito tedesco nell’Italia settentrionale, nelle fasi finali del ’44, tra l’appennino tosco-emiliano romagnolo.

Sulla quale, nelle notti precedenti al 25 aprile, nel nome dell’Operazione “Herring”, 226 paracadutisti italiani, assieme a un sergente britannico, si lanciarono per sabotare depositi di munizioni nazisti e impedire il ripiegamento delle truppe naziste oltre il Garda.

Così avvenne la Liberazione, che sfociò nel 25 aprile, ma che era iniziata ben prima e le cui conseguenze si protrassero per molto tempo ancora. Nasce una nuova Italia, che dal 2 giugno 1946, non sarà più un regno.