Exif_JPEG_PICTURE

Si è spento all’età di 70 anni l’ex presidente del consiglio di amministrazione dell’UBS Marcel Ospel. La notizia è stata riportata da Keystone-ATS e confermata dalla moglie di Ospel. L’uomo sarebbe deceduto a causa di un tumore.

Al comando del gigante bancario tra il 2001 e il 2008, Ospel ha reso possibile la fusione tra la Società di Banca Svizzera (SBS) e dell’Unione delle Banche Svizzere (UBS), che ha dato origine all’attuale grande UBS. Nato nel 1950 a Basilea dal padre panettiere, Ospel aveva conseguito un apprendistato di commercio e in seguito frequentò la Scuola dei quadri per l’economia e l’amministrazione di Basilea. A 27 anni entrò alla SBS mentre nel 1990 entrò nella direzione della stessa banca per poi occupare il posto del presidente della direzione dal 1996. Nel 1998 in qualità di amministratore delegato e presidente della SBS ha messo in atto quello che Financial Times ha definito “il più grande colpo di stato della sua carriera”, ovvero la fusione con l’UBS.

Nel 2001 finì al centro dello scandalo sul fallimento della compagnia di bandiera Swissair, in quanto la banca aveva rifiutato di concedere un prestito supplementare alla compagnia, che ha così subito un’inevitabile bancarotta.

L’operato di Ospel aveva condotto l’UBS sulla strada della finanza strutturata ad alto rendimento ma anche ad alto rischio. Fu per questo motivo che il caso Swissair non fu l’unica fonte di polemiche sulla gestione di Ospel: nel 2008 quando la crisi finanziaria aveva fatto perdere miliardi all’UBS sul mercato americano, Marcel fu ritenuto responsabile e costretto a dimettersi cedendo il posto a Peter Kurer.  In quell’anno l’UBS perse 80 miliardi di franchi e fu necessario ricorrere all’aiuto dello stato per evitare il fallimento.  “Coloro che non possono sopportare i venti freddi, non hanno posto ai vertici” aveva detto in quell’occasione, che ha posto fine alla sua carriera bancaria durata ben 43 anni.

Marcel Ospel era un personaggio sicuramente divisivo e il fatto che fu uno dei dirigenti più pagati in Svizzera (nel 2005 guadagnava 24 milioni di franchi) attirava non poche critiche. Critiche alle quali, secondo il suo successore e amico Oswald Grübel, era molto sensibile: “Ha lottato molto con se stesso e ha continuato a chiedersi cosa avesse fatto di sbagliato”.