Proibito dissentire?  (titolo originale)

 Sembrerebbe che di questi tempi, in Ticino, siano diventati tutti sceriffi. Tutti che diventano supporter dei divieti e delle restrizioni e, magari, anche delle delazioni. Intendiamoci, rispetto le decisioni delle autorità vista la situazione Coronavirus, ma non applaudo. Disturba? Si sappia che non mi tocca minimamente.

Una società che si vuole liberale deve essere in grado, anche in momenti difficili, di non scordarsi mai che ci sono i doveri ma anche i diritti civili, che in democrazia sono sacri, che la Costituzione svizzera non è carta straccia e che non può essere “sospesa” troppo facilmente. Bisogna trattare queste situazioni – chiaramente non volute da noi – con molta delicatezza, equilibrio e soppesare alla fine il tutto.

Diciamolo, in questo mese in Ticino qualcuno ha perso il contatto con il freno e, più volte, il linguaggio comunicativo non è stato consono né al ruolo né al momento parecchio delicato che tutti noi riconosciamo. In seguito, forse consigliato, lo stesso ha cambiato visibilmente atteggiamento e questo va bene. Ho anche apprezzato l’ultima uscita del consigliere di Stato Gobbi sul fatto che “ … non siamo macchine.”

Eh già, non siamo macchine e non siamo tutti uguali.

Poi ci sono quelli delle divise (mai stato un fanatico, anche se ho fatto il militare nella CP AV 10), che si esaltano facilmente e che si sentono in dovere di sindacare quando invece farebbero meglio a tacere poiché vi sono situazioni e situazioni.

Mi spiego meglio: c’è chi (over 65) ha la fortuna di vivere in  appartamenti spaziosi (magari ville) con annesso ampio giardino e chi invece purtroppo deve vivere in un palazzo e in pochi metri quadri. Se non si è ancora capito questo allora la vedo male.

Churchill, uno dei più grandi statisti di sempre, non si è mai fidato degli uomini in divisa che lo circondavano e, anche per nostra fortuna, alla fine decise lui, politico di razza e con molto coraggio. In molti si ricorderanno il film “L’ora più buia”, del regista Joe Wright, che ci riporta a quei tempi e a quelle ore.

Ma ritornando ai temi di casa nostra ci mancherebbe altro che non riconoscessimo il momento molto particolare (e difficile) che stiamo attraversando. Questo però non può e non deve in alcun modo impedire di dissentire e di fare considerazioni “non allineate”. Guai se fosse così. Evitiamo quindi gli isterismi facili e le psicosi personali che non aiutano nessuno e non portano da nessuna parte.

Questa è la democrazia signori, sempre (non esistono vie di mezzo da qualcuno anche di recente teorizzate), dopodiché ci sono i cosiddetti regimi.

Per finire spero tanto che la stessa severità che si è adottata per “tenerci a casa” e altro, sia stata usata (e si usi) per verificare quelli che, praticamente da sempre, hanno lavorato per “assoluta necessità” (?), secondo le giustificazioni date dai loro datori di lavoro. Ci sono già stati i cosiddetti furbetti? Sì.

Se così non fosse la vedo molto dura alla prossima occasione.

Donatello Poggi, già deputato in Gran Consiglio

Pubblicato come Opinione nel CdT e riproposto con il consenso dell’autore e della testata