“Misure anticostituzionali, sproporzionate, controproducenti”

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Ticinolive sostiene con forza questo testo dei Giovani Liberali. L’orrido Coronavirus ha già avuto le sue vittime, in termini umani, economici, sociali. Non dovrà prendersi anche la nostra libertà!

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immagine Pixabay

La Confederazione sta attualmente lavorando allo sviluppo di un’applicazione di tracciamento che, a suo avviso, contribuirà in modo significativo ad arginare la pandemia. Le aspettative sono alte, ma esistono grandi rischi per la libertà. Preoccupati per i potenziali abusi, i Giovani liberali radicali svizzeri preferiscono difendere la libertà e opporsi al tracciamento dei cittadini.

L’applicazione sarà in grado di avvertire le persone che sono rimaste per qualche minuto a vicino a una persona infettata dal coronavirus. In tal caso, l’utente si metterà in quarantena e andrà a farsi testare. Lo scopo è ricostruire le catene di contagio e spezzarle.

Poiché non si può garantire che l’applicazione sia davvero su base volontaria, un sistema del genere non può essere lanciato dalla Confederazione. Lo Stato non ha il diritto di controllare i movimenti dei cittadini o con chi essi si incontrano. È soprattutto in tempi di crisi che i nostri diritti e le nostre libertà fondamentali devono essere rispettati e garantiti. I GLR difendono questo principio e sono quindi contrari a uno stato ficcanaso.

Se dipendesse da Andrea Gmür (PPD), capogruppo del centro, l’installazione e l’utilizzo dell’applicazione sarebbero obbligatori. Ciò comporterebbe automaticamente l’obbligo di usare uno smartphone e un controllo dei cellulari da parte della polizia. Queste misure sono anticostituzionali, sproporzionate e controproducenti. La Confederazione metterebbe così a repentaglio la fiducia della popolazione, indispensabile per garantire il rispetto delle misure dell’UFSP.

Secondo le dichiarazioni delle autorità, l’installazione dell’applicazione dovrebbe avvenire su base volontaria. Tuttavia, il responsabile della protezione dei dati di Zurigo, Bruno Baeriswyl, ha recentemente dichiarato che una applicazione volontaria per combattere la crisi non avrebbe alcun impatto. Gli esperti ritengono che una tale applicazione abbia senso solo se più del 60% della popolazione (o almeno 5,1 milioni di cittadini) la utilizza. Si può presumere che il governo si sforzerà di raggiungere questo obiettivo. Il risultato di fatto è che esiste il pericolo reale di dover installare l’applicazione sotto vincolo morale, economico o sociale. In nessun caso deve essere possibile, ad esempio, condizionare l’ingresso in un negozio o l’utilizzo di determinati servizi all’utilizzo dell’applicazione.

Inoltre, il ritorno alla normalità deve essere totalmente indipendente dal tasso di installazione di tale applicazione. Ciò che sembrerebbe un incubo in Svizzera si è realizzato in Australia, dove lo stato permette il ritorno alle libertà fondamentali e alla democrazia solo se la popolazione si lascia sorvegliare. Dobbiamo assolutamente evitare una situazione di questo tipo. Se condizioni simili si applicassero alla Svizzera, i GLR si opporrebbe fermamente. La storia ci insegna che le libertà cedute allo Stato sono molto difficili da riconquistare. Nella lotta contro la pandemia e la progressiva ripartenza, l’accento va posto sulla distanza sociale e sulle norme igieniche. In Svizzera è chiaro che l’approccio liberale basato sulla responsabilità individuale funziona. Divieti eccessivi sono controproducenti. Sono i valori liberali e la nostra fondamentale fiducia nella maturità dei cittadini che ci permetteranno di uscire dalla crisi in modo rapido e sicuro.

GLR Svizzeri