Il Consiglio Nazionale e degli Stati sono tornati oggi in seduta straordinaria 
sul tema della crisi del coronavirus per discutere le decisioni prese dal Consiglio federale. Per la riunione, tuttora in corso, si sono riuniti presso i locali del centro espositivo e delle fiere di Berna adottando un nuovo sistema di voto e rispettando le misure di distanza sociale, diversamente non sostenibili nella sede parlamentare. Durante questa seduta straordinaria, che si sta svolgendo in un ambiente insolito e senza tabellone elettronico (cosa che non accadeva dall’inizio della Seconda guerra mondiale), si cerca di fare il punto affrontando le misure da intraprendere contro il Covid-19.

Il Consiglio federale ha ricevuto i complimenti dalla maggior parte dei gruppi politici per aver agito al meglio delle sue possibilità, ma mai prima d’ora le Camere federali si erano pronunciate su impegni finanziari di tale misura. Si parla di spese complessive che superano i 57 miliardi di franchi, di cui 40 miliardi di franchi sono rappresentati dall’impegno della Confederazione per le fidejussioni bancarie a favore delle imprese che si trovano in difficoltà per mancanza di liquidità. Il Parlamento ha approvato la misura a sostegno dell’economia garantendo il totale di ciascun credito ponte per un ammontare di 500 mila franche e in misura dell’85% quelli erogati fino a 20 milioni. 

Ma a quanto pare potrebbero essere necessarie ulteriori misure e non pochi rappresentanti politici chiedono una politica finanziaria prudente cercando di indirizzare gli aiuti economici in alcuni settori ritenuti più importanti di altri. L’assicurazione contro la disoccupazione, ad esempio, potrebbe richiedere ulteriori 18 miliardi di franchi oltre ai 6 approvati oggi per finanziare le indennità per di parziale disoccupazione per lavoro ridotto che eviterebbe i licenziamenti. 2,6 miliardi di franchi saranno comunque destinati per le forniture mediche, tra cui mascherine e ventilatori.

Per contrastare l’epidemia il Consiglio degli Stati ha deciso di schierare l’esercito almeno fino al 30 giugno in appoggio alle autorità civili. Il Consiglio Nazionale deve ora stabilire l’impiego di 8 mila militari soprattutto presso le strutture ospedaliere con soldati professionisti esperti nelle cure di base, nel trasporto e monitoraggio dei pazienti, e nell’esecuzione di test diagnostici a fianco del personale ospedaliero per cercare di evitare difficoltà in caso di peggioramento. Oltre 5 mila membri dell’esercito appartenenti al servizio medico e al corpo di guardia di frontiera sono stati richiamati in questi ultimi giorni. 

Al momento il Consiglio Nazionale ha approvato tutte le proposte del Consiglio federale, ma sono forti le preoccupazioni per importanti perdite fiscali a lungo termine che la Svizzera potrebbe subire.

Forti critiche alle modalità di gestione della crisi arrivano dall’UDC. Il presidente Albert Rösti ha in particolare sottolineato il fatto che mancavano prodotti indispensabili come disinfettanti, mascherine e alcuni farmaci. Inoltre secondo il partito lo stato d’emergenza dovrebbe essere abrogato quanto prima per tornare alla normale situazione di democrazia.