“Il virus sono loro”

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Confessiamo di avere esitato prima di pubblicare questo articolo. Il suo tono veemente, accusatorio, spietato, a tratti sprezzante, contrasta con le modalità praticate dal portale, che è sì “di opposizione” ma si sforza ogni giorno che Dio manda di usare parole moderate (anche per evitare, nei limiti del possibile, guai).

Nell’articolo i 2000 Campionesi vengono descritti come “ad alto reddito”, cioè ricchi, ma in verità questo non si accorda con notizie attendibili secondo le quali la popolazione verserebbe in gravi difficoltà economiche.

Quale nuovo rapporto dovrebbe instaurarsi tra Campione e il Ticino, perseguendo un mutuo vantaggio? Questo l’articolo lo schizza solo a grandi linee e dovrebbe essere precisato. Bisogna anche vedere se certi passi istituzionali sono praticabili.

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In epoca coronavirus tutto è lecito, anno zero. Palla al centro. Calpestare diritti umani, attuare leggi anticostituzionali, imporre regole bislacche, definire in fretta e furia condizioni e libertà, tutelare in nome di Dio, del virus, della salute o sparare idiozie a iosa non fa la differenza; l’obiettivo strategico di questa ripugnante politica europea differente nei metodi ma identica negli obiettivi è: cavalcare l’occasione e farsi amorevolmente, abilmente e unicamente gli affari propri a discapito di molti. Per tutto il resto c’è il virus anzi, mastrolindo-virus che dove lo usi sterilizza e pulisce, anche lo sporco presente da prima che qualcuno potesse solo immaginarlo il virus cinese. Proprio così, quale migliore occasione per questi leaderini da strapazzo che si sono arrogati il diritto di decidere delle nostre vite, che si barcamenano tra ciò che è giusto per noi e meglio per loro sfruttare l’assist di questa pandemia per fare grandi pulizie senza che nessuno alzi ciglio anzi, che collabori come un bidello.

Foto Wiki commons (Chris j Wood) https://creativecommons.org/licenses/by-sa/3.0/deed.en

Campione d’Italia non fa differenza, entrata puntuale nel momento più sbagliato possibile nelle fauci del peggior Governo Italiano della storia Repubblicana ne è l’esempio più palese. Passata da essere per oltre un decennio e fino al 2016 la città con il reddito più alto d’Italia, oggi se la gioca con Catanzaro, stuprata e sfruttata anche da coloro i quali si erano erti a suoi grandi condottieri, ora si trova dimenticata, relegata a semplice protocollo sulle scrivanie di inetti burocrati, rappresentanti di uno Stato inesistente, di un Governo di voltagabbana a cui va solamente il grande merito di aver ridotto il Parlamento Italiano ad un mero ufficio di collocamento ad immagine e somiglianza della più abietta, inconsistente e spudorata classe dirigenziale della storia e questo a sud.

A nord, in Ticino, stesso virus e quindi stesse regole di ingaggio, un Cantone sospeso tra la vita e la morte, figliolo handicappato di una Confederazione che non sa più da che parte stare, una Svizzera europeizzata ma non troppo, una Svizzera che nel pensiero è conservatrice ma nei fatti una provincia autonoma di Berlino, una Svizzera sempre meno confederata e sempre più “cantonizzata” in cui: Berna decide sottovoce, Zurigo esegue se ne ha un tornaconto, Ginevra obbedisce se i Francesi concordano ed il Ticino si adegua se in Italia si fa il contrario.

A questo punto Campione è circondata: da un lato ambisce ad essere in Ticino, cantone di lingua e cultura italiana senza più identità che vive di fasti senza più gloria che non riesce a badare neppure a se stesso ed a sud è integrata in una Nazione governata da pulcinella con più disoccupati che topi, con più guai che speranze.

Se i campionesi non vogliono diventare il quartiere sfigato di Como o continuare a “fare” gli Svizzeri con la targa Ticino ma col portafogli a Roma, devono alzare il tiro, cogliere la occasione di questo caos e puntare dritti all’obiettivo: autonomia.  Essa però ha un prezzo e come tutte le autonomie deve essere conquistata, non viene garantita o concessa e neppure si può ottenere con una mail o per diritto acquisito. Per raggiungerla bisogna combattere e lottare e con tutta la buona volontà non mi sembra proprio che Campione, oggi assonnata e già svuotata dal virus della crisi economica, abbia in seno ai suoi 2000 abitanti grandi combattenti, grandi condottieri, un esercito ben organizzato e meglio ancora, un popolo affamato.

Detiene però una grande arma, un’arma di distruzione di massa, che in molti sanno di avere ma pochissimi sanno usare per finalità politiche e liberali, il Santo Graal che tutti cercano e che vi porteranno via, Il denaro.

Chiedere al Ticino di concedere per legge Cantonale a tutti i cittadini di Campione d’Italia la residenza elettiva con qualche deroga a quella Federale come l’alloggio o il lavoro, consentirebbe di fatto ai campionesi di poter essere cittadini italiani in un regime di statuto speciale. Non pagherebbero un centesimo al Governo italiano di sgherri allo sbaraglio, mantenendo previlegi Elvetici e cittadinanza Europea, per il meglio però.

foto Pixabay

Il Canton Ticino ne guadagnerebbe molto, oltre 2 mila contribuenti ad alto reddito, praticamente nessun disoccupato e la serenità di non trovarsi una Little Italy a 300 mt con gli annessi e connessi della inevitabile, devastante e catastrofica speculazione sui prezzi che avverrà a breve. Dubito fortemente che l’attuale classe politica Ticinese possa avere uomini così lungimiranti ed illuminati ma a questo punto della nostra storia la speranza non è l’ultima a morire, bensì ci tiene in vita  in un mondo ridotto in terapia intensiva diviso da mascherine, orpelli e paure.

Se ciò non dovesse accadere il Canton Ticino tradirebbe 150 anni di storia e di fatto firmerebbe la sua condanna economica, ce ne faremo una ragione… passeremo al piano “b”, trasformare Campione d’Italia in una zona “porto franco” e il Canton Ticino ne diverrebbe il suo mercato privilegiato trasformando questa grave crisi economica in una panacea.

Campione fin d’ora deve organizzare un team con non più di 4 persone capaci e coraggiose, motivate a  coordinare e riscrivere le sorti della propria identità e del proprio futuro, uomini capaci di dettare le regole del gioco e che, con un progetto condiviso impongano condizioni sul  tavolo delle trattative, un tavolo barcollante e malmesso e che ormai, da nord a sud si regge su gambe di cera.

Se prevarrà la ignoranza, la protervia, la pretesa di diritti acquisiti e una visione miope siete tutti fottuti, di brutto anche e con voi il vostro passato ed il vostro presente mentre, per il futuro si deciderà al Colosseo, fine dei giochi.

Perché faccio questo?  Perché sono il solo a ricordarmi di voi in questo caos? Perché non mi dimentico mai di chi mi ha aiutato….ma questa è un’altra storia.

Diego Zanoni