di Vittorio Volpi

Stiamo assistendo ad un dibattito complesso, ma emblematico delle forze in campo che ricorda, ridicolizzando, il dilemma , “se è nato prima l’uovo o la gallina”.

Negli Usa,l’amministrazione Trump incalza la Cina accusandola (peggio di Pearl Harbor..) non solo di aver prodotto in laboratorio il virus Corona-alias Covid19, ma di essere responsabile di averlo sviluppato nel “weat market” di Wuhan e di aver ritardato la comunicazione al mondo, direttamente e tramite il WHO, l’organizzazione mondiale della sanità che Trump accusa di collusione con i cinesi, motivo per il quale ha sospeso al momento i contributi

immagine Pixabay

Queste inadempienze, mancanza di trasparenza, segreti trattenuti o ritardati nelle comunicazioni hanno contribuito, si sostiene, a causare drammi enormi ed il diffondersi della malattia in tutto il mondo. Per non parlare dei danni economici, sociali, che indurranno conseguenze e recessioni più o meno pesanti ,a seconda dei paesi, e a quanto fossero preparati alla pandemia.

Si va da un estremo all’altro. Taiwan, spesso ignorata anche dai nostri media nelle statistiche, è tra i più virtuosi. Anche rispetto agli Usa, impreparati al tragico evento. Peraltro se ci fate caso per molti giornali quando si pubblicano le statistiche Taiwan non appare. Per dimenticanza o per non fare dispiacere a Pechino?

Ho sentito ieri il portavoce del Ministro degli Esteri da Pechino dichiarare che ciò che Washington sostiene è falso. Atteso che il contagio dal pipistrello è confutato persino da premi Nobel (propendono per uno sbaglio da parte dei laboratori di Wuhan), la Cina contrattacca e spiega che il problema è nato da una manovra della CIA (sabotaggio…).

Siamo quindi di fronte al negazionismo di Pechino per cui, come per la “soluzione finale” degli ebrei, non è mai esistita…; mentre è sempre più evidente che il virus venne contratto anche ad ottobre dagli atleti che parteciparono ai mondiali militari proprio a Wuhan.

Lascio comunque il dibattito scientifico ad altri, finirei per schiantarmi contro un muro per la mia ignoranza delle scienze e dei fatti. Andiamo invece a esaminare che cosa si cela dietro questo aspro diverbio Usa-Cina.

Non siamo di fronte ad un episodio o ad una polemica per ottenere riparazioni a danni materiali, ma bensì ad uno scambio di gravi accuse per diffamarsi appetto l’opinione pubblica, episodi tipici della guerra fredda; grazie a Dio non quella militare.

Scontro che d’ora in poi – è certo – sarà sempre più aspro, non solo in Estremo Oriente e non solo per la propaganda, ma anche per la battaglia per la supremazia economica mondiale.

I prodromi sono cominciati con Obama ed il programma “Pivot to Asia”, ovvero il trasferimento del dispiegamento navale Usa dal Medio all’Estremo Oriente. Programma che è continuato anche con Trump (si può verificare).

Perché questo confronto si sta acuendo? Perché l’economia si sta progressivamente spostando verso l’Estremo Oriente con la presenza di miliardi di abitanti, i 2/3 delle materie prime. Il business quindi.

In quell’area coesistono la seconda economia mondiale, la Cina che è già più del 15% del PIL mondiale. La terza economia, il Giappone e la 10ma, la Corea del Sud. Senza dimenticare colossi di popolazione come l’India, l’Indonesia.

Wuhan – Immagine Pixabay

La Cina con Xi JinPing ha il suo grande sogno: diventare come fu nella storia, il paese del centro, non egemone ed orientato a colonizzare, bensì potenza che dà le carte e pretende il “kowtow” (inginocchiarsi), la più alta forma di riverenza dai vicini di casa. Gli Usa sono un grosso ostacolo che si frappone per raggiungere tale obiettivo.

Così come fu per il celeste impero nei secoli, ma questo non è quello che a Washington accettano. Inevitabili saranno di conseguenza gli schieramenti fra chi sceglierà il “kowtow” alla Cina e chi invece starà dalla parte degli Usa (per ora ad esempio il Giappone, la controversa Taiwan, l’Australia, l’India…)

Le ripercussioni economiche porteranno a ridurre la globalizzazione che ha postulato la Cina come “fabbrica del mondo”. I sintomi di questo rallentamento già si vedono, un solo esempio: il Giappone ha già stanziato miliardi per finanziare il rimpatrio di industrie nipponiche che operano in Cina.

Così faranno molti altri paesi colpiti dal virus per gli intoppi nel funzionamento fella cosiddetta supply chain.
Ogni scusa sarà valida per entrambe, Usa e Cina, per danneggiarsi reciprocamente.

Abbiamo visto nel commercio, nel 5G (dove si creeranno due poli mondiali). Pro Cina o pro Usa….

In conclusione, anche la verità sulla nascita del virus difficilmente la conosceremo, starà a noi saper discernere propaganda da verità per non commettere errori di giudizio..

Compito non facile perché entrambe le superpotenze sono molto sofisticate nel dire ciò che fa comodo; la Cina, come abbiamo visto , in primis…