Dove sono finiti i difensori dei dipendenti dell’aeroporto di Lugano? Usati, licenziati e dimenticati?

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Riceviamo e pubblichiamo integralmente questa interessante e molto incisiva interpellanza.

Naturalmente, non tutto ciò che essa contiene sta in piedi. Il “grande futuro dell’aeroporto pubblico” proclamato dalla politica, dai principali partiti e dagli attivisti è un mantra che ci ha rintronato le orecchie per anni, ma valeva solo fino al momento in cui un voto (seppur improbabile) poteva elargire i milioni per tirare avanti. Perché – con toni polemici – fingere di stupirsi? Alla fine noi pensiamo che il Coronavirus abbia fatto un po’ comodo a tutti.

 Le 10 domande sono tutte di tipo sindacale. Si chiede al Comune e al Cantone di occuparsi della sorte dei licenziati. È un’istanza legittima (che sarà presa in considerazione; con quali risultati non sappiamo) ma che pone il problema della parità di trattamento. Migliaia di lavoratori hanno perso il posto (ad es. nelle banche). Quali pretese l’MPS ha sollevato in favore del loro destino?

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INTERPELLANZA

Con l’annuncio dell’avvio della procedura di scioglimento ordinario della società LASA SA, le varie maschere sono cadute. All’improvviso, l’aeroporto quale fulcro dell’attività economica cantonale e luganese non è più un fatto fondamentale, decisivo. All’improvviso, il grande futuro dell’aeroporto pubblico – decantato durante diversi mesi – è stato cancellato dai radar dell’attualità politica. All’improvviso, la sorte dei 72 dipendenti così a cuore dal consigliere di stato Claudio Zali, licenziati collettivamente a fine febbraio e usati come strumento di ricatto in vista della votazione sui due referendum, non è più un problema politico e sociale. Usati, licenziati e ora dimenticati.

Adesso che tutte le forze politiche del cantone convergono sul piano B, ossia la privatizzazione dello scalo luganese, naturalmente sempre e comunque foraggiato dai soldi pubblici, la questione dei 72 dipendenti e delle loro famiglie è liquidata. Una piccola parte di loro troverà posto nella nuova società privata, senza sapere a quali condizioni di lavoro e di salario. Per gli altri il comune di Lugano fornirà il massimo sostegno per un loro ricollocamento. Aria fritta che abbiamo annusato decine e decine di volte. A breve la maggior parte degli ex-dipendenti di LASA SA saranno semplicemente scaricati in disoccupazione.

Non possiamo evitare di far notare che Claudio Zali e amici avevano chiaramente indicato negli oppositori dall’aeroporto di Lugano i responsabili dei 72 licenziamenti.

Oggi i fatti parlano chiaro e sono indiscutibili. Ad aver licenziato il personale è stata la proprietà di LASA SA: il comune di Lugano e il Cantone Ticino. Come è loro la responsabilità di condannarli alla disoccupazione. Infatti si parla solo del passaggio in mani ai privati e della quindicina di posti che verranno così recuperati. Il Consiglio di Stato non ha speso una parola sulla sorte degli ex-dipendenti LASA SA. Claudio Zali ha subito dismesso i panni del sindacalista per rimettersi quelli del servitore degli interessi di un gruppo di super-ricchi proprietari di jet.

Non possiamo ovviamente lasciare che questa triste vicenda si concluda con una gigantesca lavata di mani da parte di tutti gli ex-difensori istituzionali dei dipendenti di LASA SA.

Lo scorso 16 settembre 2019 il gruppo MPS-POP-Indipendenti aveva inoltrato una mozione con cui si chiedeva un piano di riconversione per il personale dell’aeroporto. A poco meno di 8 mesi le proposte contenute in questa mozione si dimostrato drammaticamente urgenti.

Chiediamo dunque al consiglio di stato:

1. L’amministrazione cantonale e l’amministrazione comunale di Lugano sono state interpellate per valutare tutte le possibilità concrete di ricollocamento del personale dell’Aeroporto, tenendo conto dei nuovi posti di lavoro che si creeranno all’interno dei sui servizi (calcolando in particolari i posti lasciati liberi dal personale cantonale e comunali che partirà in pensione o in prepensionamento)? Se si quale risultato è scaturito? Se no perché non è stato fatto?
2. Tutti gli altri comuni del cantone son stati interpellati per sapere la loro disponibilità futura per l’assunzione di personale LASA? Se si quale risultato è scaturito? Se no perché non è stato fatto?

3. I Corpi di vigili del fuoco presenti sul territorio cantonale che impiegano pompieri professionisti sono stati contattati per sapere quanti di questi andranno in pensione nei prossimi due anni e se esiste l’intenzione di aumentare il loro effettivi tramite l’occupazione dei pompieri LASA? Se si quale risultato è scaturito? Se no perché non è stato fatto?

4. Tutte le società cantonale e comunali a partecipazione pubblica cantonale (trasporti, turismo, produzione di energia, ecc.) sono state contattate affinché diano la loro disponibilità ad assumere del personale LASA nei prossimi due anni. Se si quale risultato è scaturito? Se no perché non è stato fatto?

5. Sono state aperte delle discussioni con le ex-regie federali (FFS SA, La Posta, Swisscom) al fine di stabilire la disponibilità di queste società ad assumere parte dell’attuale personale LASA. Se si quale risultato è scaturito? Se no perché non è stato fatto?

6. Si è contattato l’amministrazione federale e degli aeroporti ubicati in Svizzera (in primis Zurigo, Ginevra, Basilea). Se si quale risultato è scaturito? Se no perché non è stato fatto? Se si quale risultato è scaturito? Se no perché non è stato fatto?

7. Si è pensato di elaborare delle serie di misure concrete di sostegno finanziario alle società, aziende pubbliche e para-pubbliche che dovessero assumere a tempo indeterminato del personale LASA. In particolare la garanzia dello stesso stipendio degli ex-impiegati LASA che venissero assunti dalle entità citate più sopra. Naturalmente questo onere dovrebbe essere ripartito tra i principali azionisti di LASA, ossia il Cantone e il Comune di Lugano. Se si quale risultato è scaturito? Se no perché non è stato fatto?

8. Si è pensato di garantire al personale LASA con 58 anni compiuti l’alternativa di una rendita ponte transitoria che garantisca un salario equivalente a quello attuale fino all’età di pensionamento (65 anni per gli uomini, 64 anni per le donne). Naturalmente questo onere dovrebbe essere ripartito tra i principali azionisti di LASA, ossia il Cantone e il Comune di Lugano. Naturalmente questo onere dovrebbe essere ripartito tra i principali azionisti di LASA, ossia il Cantone e il Comune di Lugano. Se si quale risultato è scaturito? Se no perché non è stato fatto?

9. A quante persone è stato confermato il licenziamento inoltrato a febbraio 2020?

10. Quanti sono i posti a tempo pieno garantiti durante il periodo di transizione da LASA alla nuova società privata, assunti con un contratto di durata determinata dal Comune di Lugano?

Per MPS-POP-Indipendenti

Simona Arigoni, Angelica Lepori, Matteo Pronzini